direttore Paolo Di Maira

EDITORIALE/Pezzi d’Italia a Berlino

Realizzando il supplemento monografico  dedicato alla Puglia, abbiamo provato a ricostruire il processo che in meno di tre anni ha portato un territorio di non grandi tradizioni cinematografiche a diventare punto di riferimento per chi oggi fa cinema in Italia.
Al cinema, ci ha raccontato l’assessora al Mediterraneo Silvia Godelli, la Regione Puglia ha affidato un messaggio sulla cultura, che è anche “messaggio sulla quota di civiltà  del popolo pugliese”.
Tutti coloro che sono approdati in Puglia, “da Enea agli albanesi”, sono stati accolti: la “ricerca dell’altro” “” cultura che ha storicamente fecondato il territorio – ha permeato anche l’approccio al cinema.
Ed è proprio la presenza dell’ “altro”, a tracciare il percorso di lettura dello speciale.
Si è cercato di mettere assieme un racconto a più voci: verificando le dichiarazioni d’intenti di chi operativamente ha la responsabilità  del progetto, l’Apulia Film Commission, nei commenti di chi negli ultimi tempi è andato a girare nella regione: registi, attori, produttori.
Poter distribuire lo “Speciale Puglia” “” che è anche in inglese – all’interno del 60° Festival del Cinema di Berlino, è un motivo d’orgoglio: possiamo comunicare ai professionisti stranieri che pezzi d’Italia funzionano.


Il “sistema Italia”, invece, si arena nei comitati.
Mi riferisco alla notizia, pubblicata dalla nostra rivista nello stesso periodo dello scorso anno, della costituzione di un comitato tecnico che, facendo seguito allo scioglimento di Filmitalia (con conseguente fusione in Cinecittà  Holding), riceveva dal MiBAC l’incarico di lavorare assieme alla Holding alla predisposizione di un piano organico di promozione del cinema italiano all’estero.
Un passaggio propedeutico (il comitato aveva una funzione consultiva) alla creazione di una “Agenzia”.
Ma da allora (febbraio 2009) si è parlato sempre meno di promozione del cinema italiano all’estero.
Del comitato, poi, si è persa ogni traccia.


Alla vigilia della Berlinale 2010 c’è da registrare che, come lo scorso anno, il cinema italiano è assente dalla sezione competitiva.
In compenso, a differenza dello scorso anno , non sono stati fatti annunci particolarmente roboanti.


                                                                        Paolo Di Maira

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