Due buone notizie. La prima è che Cinema & Video International è on line (www.cinemaevideo.it).
La novità , rispetto alla versione cartacea, è che stiamo lavorando a sviluppare ulteriormente la sezione inglese. Obiettivo: rispondere alla domanda dei nostri distributori internazionali, interessati a comunicare con il mercato mondiale in modo capillare.
La seconda buona notizia è che anche la fiction televisiva avrà il suo Festival: sarà Roma a tenerla a battesimo, dal 2 al 7 luglio. Diretta da Felice Laudadio e sostenuta dalla Regione Lazio.
Quello dei Festival in Italia è un tema di grande attualità , che riesce a scaldare tutti, manager intellettuali e politici, soprattutto amministratori locali. La nomina di Nanni Moretti alla direzione del Torino Film Festival “” per esempio “” si è rivelata essere un fatto politico di primaria importanza.
E l’ansia di visibilità da festival, innescata dalla Festa di Roma, si sta propagando un po’ ovunque. Ma Roma appare un caso a sé, il festival sembra essere parte di un progetto più complesso. “Proiettiamo il futuro”, la frase con cui fu lanciata lo scorso anno la Festa, suona come esordio di parole chiave (felicità , sogno, utopia) utilizzate ora dal sindaco Walter Veltroni, inventore del Festival, per comunicare la sua visione della politica.
Tornando in ambito professionale, c’è da registrare il favore dell’industria cinematografica italiana, che vede nella manifestazione capitolina una nuova occasione di visibilità internazionale, dopo la scomparsa del Mifed.
Sul piatto va messa poi anche la simpatia conquistata presso gli operatori stranieri.
Tutto bene, dunque. Ma Venezia prima (in settembre), e Torino poi (in novembre), ne soffriranno? O sarà una grande stagione di cinema, come ha enfatizzato il ministro per i Beni Culturali, Francesco Rutelli? Probabilmente accadranno tutte e due le cose. C’è da augurarsi che in autunno ci siano tanti buoni film da soddisfare i palinsesti delle tre manifestazioni. Ritorniamo alla seconda buona notizia. Il RomaFictionFest sembra che parta col piede giusto, perché lo mette in un genere cui nessun festival è dedicato, in una stagione non affollata di eventi, e su un humus produttivo solido.
Esiste nella produzione di fiction nostrana un filone, quello delle biografie e degli sceneggiati storici (le miniserie, che toccano le punte massime d’ascolto), sempre più spesso al centro di dibattiti, anche accesi, che coinvolgono il fior fiore di intellettuali e storici. Alla fiction televisiva si chiede di “fare cultura”, perché è un’occasione preziosa , per un pubblico molto vasto (molto più vasto del cinema), di riflettere sul passato, sulla storia, sulla società che cambia. Con questo non si vuol sostenere che le storie sullo schermo “” piccolo e grande – debbano necessariamente avere una funzione edificante, ma che il RomaFictionFest, grazie anche alla sua dimensione internazionale, può essere un luogo di confluenza di istanze culturali , oltre che di puro intrattenimento.
di Paolo Di Maira
Cinema&Video International 1/2-2007