direttore Paolo Di Maira

L’importanza dei traning internazionali

Fra i partecipanti alla Résidence del Festival di Cannes c’è Andrea Gatopolous, giovane regista italo-greco, allievo del Torino Film Lab, laboratorio che quest’anno vanta un numero straordinario di film al festival.

L’importanza dei training internazionali emerge anche nel servizio che dedichiamo a Le Città della Pianura di Francesco Sossai, in Un Certain Regard, sostenuto da Veneto Film Commission. Sossai ci ha rivelato che è ‘ufficialmente’ il suo esordio, anche se vari festival avevano selezionato il suo primo lungometraggio, in realtà un un corto prodotto all’Accademia di Cinema DFFB di Berlino. Che poi si era ‘allungato’.

In Un Certain Regard ci sono poi Matteo Zoppis e Alessio Rigo de Righi, con una storia dove il reale si fonde con l’immaginazione e l’immaginario. Anche loro, come Sossai, autori con uno sguardo internazionale e storie profondamente intrise di territorio.

Impossibile non pensare ad Alice Rohrwacher, che quest’anno a Cannes presiederà la Giuria de La Camera d’Or.

“Figura del nuovo cinema italiano, che riconcilia il naturalismo di De Sica con la visionarietà di Fellini” scrivono di lei gli organizzatori del festival.

Italiano che si è formato e lavora a Parigi è Giacomo Abruzzese, che dopo il grande successo di Disco Boy, sarà all’Investors Circle del Marché du Film, piattaforma che mette assieme promettenti registi e produttori con importanti investitori privati. L’anno scorso l’Investors Circle è stato vinto da Laura Samani con Un anno di scuola. Samani è volto caro a Cannes, passata da La Semaine de la Critique con Piccolo Corpo e da La Résidence. Anche lei autrice di storie intimamente radicate nel territorio e capaci di raggiungere un pubblico globale. 

Il suo nuovo film ci porta dentro un liceo triestino nel 2007, anno dell’avvento dei social. 

E dai banchi di scuola guardiamo con fiducia alle tante iniziative messe in campo, in Italia, dal Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola, e augurandoci che si rafforzino, ampliando le occasioni di confronto con i professionisti che ne fanno parte. Perché se la formazione internazionale è fondamentale nel percorso degli autori, altrettanto cruciale è l’educazione all’immagine e ai media. Forse l’unica arma per arginare l’esodo dalle sale, che, come raccontiamo in queste pagine, dopo la pandemia riguarda circa la metà degli spettatori nel mondo.

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