Racconta Ravagnani:
“Dreamland inizia nel 1951 con gli emigrati che partono dai vari porti del Sud Italia, e si concentra sulla figura di un bambino, Giacomo (poi James) che viene mandato dai genitori in America da solo.
Crescendo, James (Ivano De Cristofaro) diventa il più temibile teppista del quartiere italiano di Milwaukee, dilaniato da continue lotte fra bande rivali.
Il percorso di James sarà fortunatamente segnato dall’incontro con un falegname, Frank, ex pugile, con cui svilupperà un rapporto padre-figlio, che lo porterà a entrare nel mondo della box.”
Il film, infatti, terminerà con un incontro sul ring al Madison Square Garden e questo, dice Ravagnani, “costituirà il prologo per il secondo film che produrremo ad aprile nel prossimo anno.
Abbiamo il progetto di realizzare tre film.
Tre storie che hanno come filo rosso l’ambiente della box e la crescita di James in questo mondo dove lo sport e le tradizioni artigiane hanno un peso preponderante.”
“Abbiamo girato alla Gleason Gym di Brooklyn, la palestra dove si sono allenati i più grandi campioni del mondo, e che è rimasta intatta dal 1937.”
Il film è un’opera prima, con un budget di 4.600.000.
“Si tratta praticamente di una coproduzione, -spiega Ravagnani,- poiché la distribuzione internazionale di Columbu Production (di Franco Columbu, italo-americano che interpreta il ruolo di Frank) copre un terzo del budget. Uscirà contestualmente in Italia (distribuito da Cinecittà Luce), USA e in alcune capitali europee, tra fine anno e metà gennaio.”
Nel cast anche molti volti noti italiani, quali Enrico Beruschi, Katia Ricciarelli, Barabara Bouchet, Martina Stella.
Le riprese si sono svolte da marzo a fine settembre, tra gli USA, a San Pedro, New York, Milwaukee (dove sono stati girati gli esterni, le guerre di banda, le passeggiate con le Harley”¦), e l’Italia, dove, negli studi del Teatro 3 di Milano in via Padova sono stati ricostruiti gli interni.
Dice Ravagnani a questo proposito: “Abbiamo ricostruito la chiesa di Los Angeles con i vetri di Murano, e in generale c’è stata una grande attenzione al recupero dei prodotti di allora che si trovavano negli Stati Uniti, come la Vespa 50, la 500, le mattonelle di ceramica. Nel film c’è anche il product placement di Lavazza”
E il prodotto italiano di qualità non poteva prescindere dalle locations: “Ho voluto rendere omaggio ai nostri paesaggi, soprattutto quelli del Sud. Uno su tutti, la Costiera Amalfitana, dove Frank sposa la sua dirimpettaia (la lattaia del quartiere), a Positano.”