“La multiprogrammazione è un’opportunità per tutti: la sala ottimizza la programmazione, il distributore fa degli incassi in piazze dove non avrebbe avuto accesso e lo spettatore riesce a vedere film che altrimenti non avrebbe visto. È un’opportunità, soprattutto, per le distribuzioni – più o meno piccole – di cinema di qualità, quelle che faticano a raggiungere certe piazze. “Salvo” di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, per fare un esempio del nostro listino, è uscito in sala il 27 giugno, in un momento in cui non ha sofferto il problema della mancanza di spazi. Ma in un altro periodo della stagione, scontrandosi con il consueto affollamento di titoli, avrebbe riscontrato maggiori difficoltà di programmazione, non toccando certe strutture. E qui entra in gioco il discorso della multiprogrammazione che – se valorizza lo sfruttamento dei contenuti che hanno sbocco – contribuisce anche a supportare quelli che hanno meno facilità di distribuzione. Un film come “Una fragile armonia” (A Late Quartet), che distribuiremo dal 12 settembre, è ad esempio un titolo su cui si potrebbe testare un modello di multiprogrammazione”.