Lo spunto creativo è stato “Rosy Abate”, “una scommessa vinta grazie alla caparbietà di Beniamino Catena, regista molto legato al Finalese, che ha deciso di portare qui una storia di mafia rilanciando il nostro territorio in Italia e in tutti i paesi dove è stata venduta la fiction”.
E Walter Iuzzolino, “uno dei nostri migliori cervelli in fuga, ma con una gran voglia di tornare a lavorare sul proprio territorio”.
Così Cristina Bolla, presidente di Genova Liguria Film Commission, spiega la genesi di Digital Fiction Festival, la manifestazione diretta da Iuzzolino e organizzata dalla Genova Liguria Film Commission con la collaborazione del Comune di Finale Ligure, della Fondazione De Mari, della Regione Liguria, dell’Unione Albergatori della Provincia di Savona e dell’Associazione E20.
La sua prima edizione, dall’ 1 al 4 agosto, ha portato a Finale Ligure cinque fra le migliori serie dell’offerta di Walter Presents, piattaforma VOD creata da Iuzzolino (joint venture fra Channel 4 e Global Series Network) presente anche in America, Australia e Belgio, e da pochi mesi in Italia con Discovery.
Le prime due con cui WP ha iniziato le ‘trasmissioni’: “Deutschland 83”, che a Finale Ligure è stata premiata con l’Onda D’Oro alla miglior regia, di Edward Berger e Samira Radsi; e “Spin”, thriller politico francese che racconta il potere dal punto di vista dello scontro fra i due spin doctors dei candidati alla presidenza, e che ha conquistato sia il premio del pubblico, sia quello per la migliore sceneggiatura.
“Ciò che mi ha attratto di questo progetto, è stata proprio la sua solida architettura narrativa, che Dan Frank ha concepito fin dall’inizio come una trilogia del potere”, ha spiegato Gregory Fitoussi, uno dei protagonisti. “Spin” è venduta in tutto il mondo, e sono in corso trattative per un remake spagnolo, rivela la produttrice Charline de L’Epine.
Il fatto di anticipare la realtà, e quindi prevederla, è proprio anche di “Magnifica ‘70”, serie brasiliana prodotta da HBO, che racconta il mondo della censura cinematografica nel Brasile degli anni ’70 attraverso una storia d’amore fra un censore del governo e un’attrice di film erotici.
Ne è convinta l’attrice protagonista, Simone Spoladore (premiata al DFF come migliore attrice) “purtroppo le vicende raccontate sono tornate drammaticamente attuali, con l’operato del governo di Bolsonaro e i tagli all’industria del cinema.”
“Ticker than water” dramma psicologico svedese, ambientato sulle isole Årland, e prodotto dalla svedese SVT in collaborazione con la finlandese Svenska Yle, ha conquistato il premio per la direzione artistica. Björn Bengtsson, uno dei protagonisti, ha annunciato che sono in corso le riprese della terza stagione.
Tormentati rapporti familiari (e religione) sono al centro anche dell’altro dramma scandinavo presentato, “Ride upon the Storm”.
Creato dalla penna di Adam Price, autore del celebre “Borgen”, e vincitore di un Emmy Award per l’interpretazione di Lars Mikkelsen, al DFF ha visto premiato come miglior attore il giovane Simon Sears.
Le serie sono state proiettate in lingua originale, con i sottotitoli in italiano, proprio come avviene su WP:
“Crediamo sia importante cercare di fidelizzare lo spettatore al piacere della visione in lingua originale, ed è significativo che a scommetterci in Italia sia un player globale come Discovery.” Dichiara Iuzzolino, che prosegue: “le cose in effetti sono molto cambiate da cinque anni a questa parte nella realtà televisiva italiana, e questo è merito dei grossi streamers, come Netflix e Amazon. Si è capito che alzando il livello, il prodotto ne acquista in qualità”.
Fra i responsabili di questo cambiamento, sostiene Iuzzolino, c’è Tinni Andreatta, direttore di Rai Fiction, “che ha trasformato completamente il tipo di output scegliendo prodotti dall’appeal internazionale.”
Fra questi, due sono approdate su WP: “Maltese”, “una serie molto cinematografica sulla mafia, interpretata da Kim Rossi Stuart, che in Inghilterra è stata un trionfo e che lanceremo in autunno in America e in Australia”, e “Non uccidere” con Miriam Leone, disponibile da agosto su WP.
Un’aria di cambiamento che si respira anche in GLFC, che nel suo 20esimo anniversario vede crescere notevolmente i numeri delle produzioni sul territorio e dell’indotto che ne consegue.
Questo grazie anche al Fondo, operativo dal 2018, e a alla ferrea volontà della sua presidente e dei suoi collaboratori di creare sinergie fra i vari comparti produttivi della regione, in particolare l’artigianato, celebrato dalla webseries “In viaggio con la figlia” diretta da Giorgio Molteni e sostenuta da Confartigianato (e sembra, dice Alfonso Cioce, titolare della giovane società di produzione indipendente ligure Media Free Lance, che a breve nascerà anche CNA Cinema Liguria).
Il DFF è un passo importante in questa direzione, e mentre il festival lavora per avvicinare il pubblico alla serialità internazionale e creare occasioni di networking fra i professionisti stranieri e quelli locali, la fiction italiana è sempre più di casa in Liguria.
Da “Petra Delicato” prodotta da Cattleya per Sky, girata questa primavera “e che ci auguriamo diventi seriale sul territorio”, dice Bolla, a “Masantonio” altra produzione Cattleya –per Mediaset– che sta girando in questo momento.
Altro tassello fondamentale nella strategia della film commission è quello della formazione, che ha toccato il festival attraverso le masterclass.
Fra queste, quelle di Luciano Tovoli, dedicata alla fotografia; quella sulla sceneggiatura che ha visto gli autori de “Il Cacciatore” Silvia Ebreul e Marcello Izzo confrontarsi con Giovanni Robbiano, e quella sulla regia, con Nicoletta Polledro, Giorgio Molteni e Beniamino Catena, che dopo “Rosy Abate” tornerà a Finale Ligure, a Pietra Ligure e a Varigotti, con il suo nuovo film “Io sono Vera” prodotto da Macaia Film di Simone Gandolfo in coproduzione con il Cile.