E’ emerso chiaramente dalle esperienze di Peter Marcias – autore di “Dimmi che destino avrò”, girato nei campi ROM di Cagliari – secondo cui l’impegno per un cinema ecosostenibile implica anche un lavoro sull’integrazione.
E se il regista e produttore Pietro Reggiani ricorda che il cambiamento climatico in atto nel pianeta dipende dai nostri comportamenti, e che anche ridurre le emissioni sul set può essere un’occasione per “sentirci più umanità”, autori come Stefano Odoardi e Tomaso Mannoni stringono l’obiettivo sul processo per sottrazione dell’atto creativo.
Interessante il punto di vista “esterno” dell’ argentino Alfredo Federico, produttore del primo film su Papa Francesco (“Francis of Buenos Aires”): “In Italia siete molto più avanti che nel resto del mondo”, ha detto, mettendo in evidenza come il senso dell’ambiente sia parte della nostra stessa identità. Porta ad esempio una parola come “agriturismo”, intraducibile in altre lingue, e anticipa un progetto di documentario su Chiara Vigo, straordinario personaggio custode dell’arte del bisso in Sardegna, che “trasmette un’autentica cultura green”.
Che un progetto fortemente identitario possa più facilmente uscire dai confini locali lo ha dimostrato Tore Cubeddu, che ha raccontato l’esperienza di Eja Tv, il canale televisivo glocal che, con la copertura della Sartiglia, il carnevale di Oristano, ha trasformato un evento locale in evento internazionale, con diretta plurilingue, in sardo, italiano e inglese. L’urgenza del territorio è forte nei video di Paolo Zucca, regista de “L’arbitro”, che con grande ironia celebra la Sardegna dei “centenari” (“voglio solo comunicare un’idea di Sardegna”); nonostante l’autore abbia provocatoriamente ammesso di non essere preparato sul tema green (“mi preoccupo di fare film”).
Urgenza argomentata dal produttore Andrea Di Blasio, anche lui sardo, che pur condividendo l’importanza di un protocollo, ha raccomandato di non perdere di vista la specificità dei singoli territori. E in questo, ha detto, il ruolo di “garanzia” delle Film Commission, è fondamentale.