All’indomani della 65° edizione dei Premi David di Donatello l’Associazione Documentaristi Italiani, dal 2019 affiliata a CNA Cinema e Audiovisivo, ha scritto una lettera all’Accademia del Cinema Italiano per lamentare come non sia stato riconosciuto agli autori, ai produttori dei documentari candidati, e al suo vincitore, un adeguato spazio di presentazione del proprio lavoro al grande pubblico, nonostante il cinema del reale italiano sia diventato nel mondo un esempio di innovazione creativa e produttiva, ottenendo riconoscimenti nei festival internazionali più prestigiosi, come il Leone D’Oro a Venezia e l’Orso D’Oro a Berlino.
Come è noto, quest’anno la cerimonia per la consegna dei Premi David di Donatello è avvenuta in forma virtuale, a causa dell’ emergenza sanitaria in corso: l’annuncio dei vincitori è stato trasmesso in diretta su Rai Uno alla presenza del solo conduttore, Carlo Conti, della presidente e Direttore Artistico dell’Accademia del Cinema Italiano, Piera Detassis, e solo di alcune categorie dei premiati (gli attori e le attrici, e i registi dei lungometraggi di finzione), che sono intervenuti in video in diretta da casa. Gli autori dei documentari in corsa non erano fra questi.
“Negli anni i Premi David di Donatello, una delle istituzioni culturali più antiche e prestigiose del nostro paese, hanno portato all’attenzione del grande pubblico il valore inestimabile dell’autorialità cinematografica del paese, rappresentando non solo il luogo della celebrazione ma anche della scoperta di quel cinema indipendente di cui oggi è massima espressione il cinema del reale, terreno vivo di ricerca e di innovazione dei linguaggi e delle tecniche, oltre che di esplorazione dei temi che si manifestano più in profondità nella nostra società. – si legge nella lettera-
Crediamo che i Premi David di Donatello possano e debbano essere cassa di risonanza di un genere che vive innegabilmente un momento di grande rilancio internazionale e di profonda valorizzazione. Esiste nelle sale cinematografiche, che presto potranno riaprire, esiste nell’immaginario collettivo, nutre un articolato e vasto sistema che abbraccia la formazione, la produzione, la distribuzione, la divulgazione a tutti i livelli. Il cinema del reale trova una centralità nell’intero sistema culturale italiano, e una sua tutela all’interno del Contratto di Servizio Rai 2018-2022, oltre che una sua specifica definizione nella Nuova Legge Cinema, in un momento storico in cui assistiamo anche alla nascita della Direzione e Produzione Documentari della Rai.”
La lettera si conclude con la proposta di aprire un tavolo di confronto con l’Accademia del Cinema Italiano con l’obiettivo di costruire una modalità nuova di valorizzazione del cinema del reale già per l’edizione 2021 dei Premi David di Donatello.