direttore Paolo Di Maira

PRODUZIONE VIRTUALE / I casi di Green Border e Murals

Esce oggi, 8 febbraio, nelle sale italiane, distribuito da Movies Inspired e Circuito Cinema, Green Border, il nuovo film di Agnieszka Holland.

Il film, presentato in anteprima, in Concorso, alla 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove la regista ha ricevuto il Gran Premio Speciale della Giuria, Green Border è stato inoltre designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI con la seguente Motivazione:

Con un approccio duro e sconvolgente, in un bianco e nero che rende ancora più drammatica la situazione, la regista polacca descrive il trattamento violento e crudele subìto dai migranti al confine tra Polonia e Bielorussia, mettendo in luce, oltre all’ovvio aspetto disumano, la volontà di ogni Stato di usare a scopo politico il flusso di gente disperata che ha perso tutto.

Esce oggi al Cinema Green Border di Agneska Holland, distribuito da Movies Inspired e Circuito Cinema

Green Border è stato oggetto di un Inspirational Talk dedicato alla produzione virtuale, nell’ambito della scorsa edizione di When East Meets West (leggi qui).
Infatti, “tutte le scene in macchina del film sono virtuali, le abbiamo girate nel nostro studio”: racconta Maciej Zemojcin, la cui ATM Virtual Studio si è occupata appunto della produzione virtuale del film.


La realtà virtuale può giocare un ruolo fondamentale per filmare in zone di conflitto, e anche per preservare la memoria di luoghi e opere la cui sopravvivenza è messa a rischio dalla guerra, ad esempio.

Illuminante, a questo proposito, l’esempio di Murals, che Zewmocjcin definisce “un’esposizione di sculture realizzate con scannerizzazioni in 3D e proiettate in una forma visivamente potente”: il corto, che è stato presentato l’anno scorso a Cannes Next, pone lo spettatore in mezzo agli edifici semidistrutti di un quartiere di Kiev, mentre esplodono le bombe: su alcuni di essi i murales di Bansky. La realtà virtuale permette di conservare una copia tridimensionale di luoghi e opere che non esistono più e di tenere viva l’attenzione sull’Ucraina. “Dopo Cannes, Picture This di Copenhagen e il BFI di Londra, l’idea è quella di proiettarlo in più città possibili il 24 febbraio, nel secondo anniversario del conflitto.”

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