Sarà per il manifesto del 69° Festival di Cannes con Michel Piccoli che sale i gradini di Villa Malaparte a Capri (da un’immagine del film “Le Mépris” di Jan Luc Godard), sarà che Valeria Golino, in Giuria, è campana; sarà stata anche l’assenza della Film Commission Regione Campania, sempre a Cannes, notata in occasione dell’Italian Film Commission Day.
Fatto sta che la “questione cinema in Campania”, per molti anni dibattuta e non risolta, è “esplosa” proprio durante la cerimonia conclusiva del Festival, lo scorso 23 maggio, con una petizione, lanciata da CLERCC (Comitato per una Legge Regionale sul Cinema in Campania), dal titolo “VOGLIAMO UNA LEGGE PER IL CINEMA IN CAMPANIA” sulla piattaforma CHANGE.ORG La petizione è rivolta alla Regione Campania ed al suo Presidente Vincenzo De Luca , ma anche al Ministro Dario Franceschini e alla Presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo Silvia Costa. (Leggi il testo della petizione).
Ma nel Palazzo, per ora, tutto tace. Il silenzio della Regione, a dire il vero, dura da diversi anni: è stato inaugurato dalla passata Giunta, in carica nel quinquennio 2010-2014, e perdura, mortificando comprensibili attese, con l’attuale Giunta.
Non per questo il cinema si è fermato, in Campania: le produzioni hanno continuato a girare sul territorio potendo, sempre, contare sull’assistenza della Film Commission. In 11 anni di vita FCRC ha supportato circa 600 produzioni (leggi l’elenco completo), tra il 2015 e il 2016 ha lavorato su una ventina di titoli, e 12 sono in cantiere per il periodo giugno-agosto, nonostante che l’assenza di investimenti nel settore abbia avuto pesanti ripercussioni anche sull’organico della Film Commission, ridotto ormai a solo due persone.
Lo conferma il suo direttore, Maurizio Gemma, chiamato a replicare ai lanci del produttore campano Gaetano Di Vaio sui social network, sull’assenza della Film Commission Regione Campania al Festival di Cannes, motivando l’assenza della Film Commission con la criticità economica in cui versa da anni questa struttura, nonostante i buoni risultati raggiunti. Tuttavia Gemma mantiene un atteggiamento costruttivo: “abbiamo mantenuto in questi ultimi anni un presidio di qualità, ma è ora di tornare a fare sul serio”.
Riepiloga: “è dal 2008 che in Campania non si attivano provvedimenti a favore di questo comparto: nel 2013 fu costituito un fondo di 6 milioni attinto da risorse europee, ma il bando non è stato mai pubblicato e dunque si è perso anche il finanziamento”. A partire dalla scorsa estate, all’indomani dell’insediamento della nuova Giunta, si è riaperto il dialogo, accompagnato da un vivace dibattito animato dagli operatori del territorio.
“A partire dall’autunno scorso – prosegue Gemma – abbiamo ricevuto segnali positivi dalla nuova Giunta Regionale, infatti si è avviato un dialogo tra i professionisti e gli operatori del settore e il Professor Maffettone (docente universitario, consulente del presidente della Giunta per la cultura, la cui delega De Luca ha tenuto per sè, ndr), che nel corso di vari incontri ha recepito le istanze degli oltre 300 professionisti e addetti cofirmatari del “documento fondativo” di CLERCC, circa la necessità urgente di dotare il comparto regionale di una legge che disciplini i diversi settori della formazione, della produzione e della promozione culturale, con regole e tempi certi e trasparenti.
Più recentemente, la Regione ha approvato una delibera di riparto dei fondi per la cultura (83 milioni di euro) dove è presente anche un fondo per l’audiovisivo” (di nuovo 6 milioni). “Il dialogo con il consigliere Sebastiano Maffettone è proseguito e – auspica Gemma – dovrebbe approdare ad una legge sull’audiovisivo in Campania che tenga conto sia del documento fondativo del CLERCC, sia degli orientamenti espressi nel disegno di legge nazionale attualmente al vaglio del Parlamento”.
Tutto bene, dunque? Non proprio. Questa giunta regionale ha ereditato un ritardo davvero imbarazzante in materia di politiche e incentivi a sostegno del cinema e della produzione audiovisiva, anche al confronto di altre regioni del Sud. “Gli animi sono tesi”, ammette Gemma, “è tempo di colmare questo ritardo. Chiediamo una rinnovata attenzione alla funzione strategica del nostro comparto; riteniamo, di conseguenza, urgente riconoscere alla Film Commission risorse e strumenti adeguati alle potenzialità della regione e alle attese del comparto locale e nazionale; auspichiamo che per il futuro questa organizzazione possa essere meno vulnerabile ai cambiamenti politici del governo locale”.
Preoccupazioni e attese condivise da Antonella Di Nocera, tra i pincipali promotori del CLERCC : “L’assenza di risorse per il cinema è uno scandalo che dura ormai da anni nella nostra regione, noi teniamo fermo l’obiettivo della Legge (che è un impegno per le generazioni future!) ma ora servono con urgenza segnali concreti”.
La petizione lanciata dal CLERCC è l’approdo di un vasto dibattito confluito in un movimento nello scorso autunno, che tra novembre e febbraio ha elaborato un documento, sottoscritto da 300 professionisti, con le linee guida per una legge di settore ( Leggi il testo del documento).
“Ci siamo successivamente costituiti in Comitato, nello scorso Aprile, per avere uno strumento istituzionale che ci permetta di dialogare con la Regione. Abbiamo, nonostante tutto, un approccio costruttivo e per questo aspettiamo che i 6 milioni per l’audiovisivo deliberati nello scorso marzo siano messi a bando”.
Non è casuale che la petizione, che ha già raccolto migliaia di firme da parte di artisti, intellettuali e operatori del settore, sia stata lanciata proprio mentre Ken Loach ritirava la Palma d’Oro a Cannes e lanciava il suo atto d’accusa verso un mondo avido e senza regole. Così, il giorno dopo, il comunicato del CLERCC:
“… lui, che ci ha insegnato la lezione del cinema capace di raccontare, commuovere e smuovere le coscienze, oggi, con quelle parole dure e coerenti, dette a pugno chiuso, ci restituisce nuova forza per affermare la nostra battaglia per il cinema e la cultura come perno di sviluppo civile, le cui fondamenta sono rappresentate da Leggi e Regole che garantiscano tutti”.