“Quando qualcosa funziona bene non bisogna sedersi, ma continuare a inventarsi cose nuove, cercando di allargare i propri orizzonti” così Sonja Heinen, direttrice del Coproduction Market, parla delle novità introdotte quest’anno al mercato delle coproduzioni della Berlinale, che si è svolto dal 10 al 12 febbraio festeggiando la sua decima edizione.
Iniziando dai “Berlinale Babys”, come la Heinen definisce affettuosamente i 5 progetti sviluppati nel corso della prima Berlinale Residency (che si è svolta a da settembre a dicembre 2012, in cui 5 giovani registi potevano beneficiare del sostegno e della consulenza di sceneggiatori e professionisti dell’industria ). “Gli anni passati ci è capitato di dover rinunciare a progetti molto interessanti ma che non avevano i requisiti necessari per partecipare (è necessario che il 30% del budget sia coperto, n.d.r.), abbiamo pensato così di inserire una sezione extra, e nel frattempo è nata la Berlinale Residency. Ci è sembrato giusto inserire loro, perché ne avevano bisogno e i loro progetti erano buoni. In effetti tre su cinque non rispettavano i requisiti, ma hanno avuto comunque molte richieste di incontri.”
Il Company Matching Programme inoltre, da quest’anno non è dedicato soltanto alla presentazione di singoli progetti da parte delle società. Spiega la Heinen: “Noi ci consideriamo come una piattaforma di servizio per i produttori, per cui ci sembrava importante aprire uno spazio di discussione ad un livello diverso, che riguardasse proprio le strategie, le filosofie delle varie società, a prescinde dai singoli progetti, per confrontare le proprie idee di business, e magari creare partnership internazionali.”
Hanno funzionato bene anche i Fund Meetings, gli incontri con i rappresentanti di alcuni fra i principali Fondi pubblici all’audiovisivo.
“Non avevamo mai chiesto ai fondi pubblici di intervenire prima d’ora perché pensavamo potesse essere controproducente per i produttori: se avessero ricevuto la richiesta di un meeting da parte di un fondo, magari si sarebbero creati delle aspettative troppo elevate, perché in questa sede si possono solo spiegare i meccanismi di funzionamento dei fondi, non certo garantire che un progetto sarà sostenuto. Alla fine ci è venuto in mente di fare l’inverso, di chiedere cioè ai rappresentanti dei fondi di essere disponibili per un paio d’ore durante “Breakfast&Books”: dovevano essere i produttori, eventualmente, a richiedere un meeting con loro. Abbiamo ricevuto moltissime richieste, tanto che alcuni si sono dovuti trattenere oltre il tempo prestabilito”.
Erano presenti: Aide aux Cinémas du Monde/Institut Francais, il francese CNC, DFFF (German Film Funding Fund), Filmfoerderung Hamburg Schleswig-Holstein, Filmstiftung NRW, Medienboard Berlin Brandenburg, MDM-Mitteldeutsche Medienfoerderung, WCF (world Cinema Fund), Danish Film Insitute, FinnishFilm Foundation, Georgian National Film Center, MEDIA, Norwegian Film Institute e il norvegese Sorfond.