direttore Paolo Di Maira

CONCORSO /Oggi è il giorno di Sulla Terra Leggeri di Sara Fgaier

E’ stato un viaggio in diverse regioni in Italia, il set di Sulla Terra Leggeri, opera prima di Sara Fgaier, secondo film italiano in Concorso al Festival di Locarno, storia di Gian (Andrea Renzi), un professore di etnomusicologia, e  del suo percorso di uscita da un’improvvisa amnesia, spinto dalla figlia, Miriam (Sara Serraiocco) che ritrova un suo diario in cui l’uomo raccontava di un antico amore di cui non si ricorda ma che gli fa desiderare di combattere l’oblio.

La regista ha spiegato che, oltre agli interni, girati a Roma, il set ha toccato la campagna romana, Tunisi, il carnevale di Odda nel nuorese, la Liguria, fra Genova Nervi, la Palmaria e il Golfo dei Poeti. Quest’ultima location, “che è casa mia, l’ho scelta anche per le cave di marmo portoro, un marmo che si trova solo lì, e che presenta dei tagli nelle lastre che mi facevano pensare alla condizione di Gian.” Racconta la regista, e aggiunge: “è anche dove Leila, l’amore misterioso di Gian, che era un’aviatrice, fa il volo. Volevo che tutti i luoghi che fossero accumunati dall’elemento marino e da quello dell’aria.” 

Un viaggio anche dal punto di vista produttivo, che ha riunito tre società di produzione: la Limen (Sara Fgaier, Serena Alfieri e Lucilla Cristaldi), Avventurosa e Dugong Films, Rai Cinema, e il supporto economico del MIC,  di Sardegna Film Commission e Genova Liguria FIlm Commission. Queste ultime hanno sostenuto il progetto in fase di sviluppo, altro momento che ha visto girare molto il progetto, passato anche dal Torino Film Lab (partecipando al programma Feature Lab, e vincendo il Production Award), dal Milano Film Network- Atelier, dove ha vinto un’audio-descrizione per non vedenti e ipovedenti offerta dalla Civica Scuola Interpreti e Traduttori Altiero Spinelli di Milano, ed è stato selezionato per This is It di When East Meets West.

“E’ stato uno sforzo produttivo coraggioso, con il quale abbiamo voluto accompagnare il percorso di un’autrice che aveva alle spalle un altro percorso di produttrice e montatrice, in modo che avesse un grande respiro” dichiara  Serena Alfieri.

“Avevamo già avuto Sara a Locarno come produttrice e montatrice di Bella e Perduta di Pietro Marcello, e l’abbiamo seguita quando ha vinto l’European Film Award con il suo cortometraggio Gli Anni, – dice Daniela Persico, membro del comitato di selezione del Concorso, che ha moderato la conferenza stampa. – Siamo stati quindi testimoni di come è riuscita a trovare una sua forma, mettendola prima a servizio degli altri, poi in un suo film breve e adesso in questa opera prima estremamente densa e composita, usando il linguaggio d’archivio per raccontare il tempo che si apre per permettere di liberare i sentimenti.”

Sono stati coinvolti infatti oltre 10 archivi, dove Fgaier ha fatto ricerche per tre anni: “archivi italiani, francesi, americani. Ho sempre usato immagini di repertorio nei miei lavori, e qui mi sembravano particolarmente funzionali alla storia: per rendere l’idea di un mondo che scompare con la morte di qualcuno, perché gli archivi sono l’epoca passata. Per restituire visivamente, inoltre,  la condizione di quest’uomo attraverso la frammentazione: avevamo bisogno di creare una dimensione temporale in cui tempo è solo uno, e il cinema è senz’altro una delle arti che rendono meglio l’idea della simultaneità temporale.”

La sceneggiatura del film è firmata da Fgaier, Sabrina Cusano e Maurizio Buquicchio.

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