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direttore Paolo Di Maira

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CO-PRODUZIONI/I Partner prima delle Storie

“Banat”, opera prima di Adriano Valerio, era l’unico film italiano in concorso alla Settimana della Critica.
Dire solo “italiano” è però riduttivo, non tanto perché il regista vive da 5 anni a Parigi, ma soprattutto perché si tratta di una co-produzione fra Italia, Romania, Bulgaria e Macedonia.
E addirittura, spiega il produttore Emanuele Nespeca, “è stata la produttrice romena, Ada Solomon, di Parada Film, a portarmi il progetto.
Aveva incontrato Valerio al Talent Campus della Berlinale: lei ha un occhio particolarmente buono per scovare i nuovi talenti, inoltre, il fatto che un progetto passi da un co- production forum è una garanzia importante.”
Quasi un criterio di scelta imprescindibile per Nespeca, non a caso, sottolinea, “anche uno dei film a cui sto lavorando, “Il bambino di vetro”, opera seconda di Samuele Rossi, è stato selezionato al Junior Co-production market  del CineKid di Amsterdam.”

Ma per “Banat” determinante è stata Ada Solomon, produttrice de “Il Caso Kerenes”, Orso d’Oro a Berlino nel 2013 e di “Aferim!” Orso d’Argento nel 2014 : “Da tempo volevo lavorare con lei, ben prima di questi riconoscimenti.” Fu infatti nel 2012 che Solomon gli propose “Banat”: il nome che dà il titolo al film è una regione fertile della Romania, dove Ivo, il protagonista della storia, un agronomo disoccupato, si trasferisce in cerca di lavoro.
“Quando ci siamo messi all’opera con Ada è stato immediato pensare alla Bulgaria come partner: nella prima immagine del film i due protagonisti (Ivo e Clara, la ragazza che lui incontra a Bari alla vigilia della partenza e che poi lo raggiunge in Romania) guardano il Mar Nero; e Romania e Bulgaria sono gli unici due stati europei che si affacciano su quel mare.”

Poi però, il coproduttore bulgaro è arrivato grazie alla Macedonia. Continua Nespeca: “La Macedonia aveva appena aperto un fondo, e la Macedonian Film Agency organizzò un incontro a Cannes per selezionare alcuni produttori italiani da mettere in contatto con pro- duttori macedoni.
Mario Mazzarotto era uno di questi, e in Macedonia ha trovato subito un produttore Dimitar Nikolov (Kt Film and Media), che non solo si è innamorato totalmente del progetto, ma ha anche portato con sé un produttore bulgaro, Ivan Tonev (Ars Digital). Così, Solomon e Nespeca hanno pian piano completato il puzzle del budget, circa 1 milione di euro a cui hanno partecipato tutti e quattro i fondi nazionali dei paesi coprodottori, assieme a Rai Cinema, Media, il Fondo Hospitality di Apulia Film Commission.

“Mario Mazzarotto è stato fondamentale, per completare il budget portando i due co-produttori e occupandosi anche della parte esecutiva.”
Il film, che dopo Venezia prosegue il giro dei festival con Busan,Varsavia e Goteborg, uscirà nel 2016 con Movimento Film, di cui Nespeca è partner dal 2011 e con cui aveva già prodotto “Il futuro” di Alicia Scherson nel 2013, co-produzione con Cile Germania e Spagna (presentato a Sundance), e “Terra”, di Marco De Angelis e Antonio Di Trapani, Menzione Speciale alla Mostra Internazionale del nuovo Cinema di Pesaro.
“Terra è un film particolarmente innovativo, sperimentale, vicino alla poesia visiva, dove gli autori raccontano davvero attraverso le immagini . Sto cercando di produrre la loro prossima opera, “White Flowers”, una storia sulla perdita di memoria e sull’amore, che potrebbe essere una delle prime co-produzioni fra l’Italia e il Giappone (il coproduttore giapponese è Kousuke Onu di Wa Entertainment).”

“White Flowers” è uno dei progetti in cantiere di Solaria, la società che Nespeca ha fondato nel 2013 a Prato e che ha il suo core business nel documentario (Solaria nacque proprio con la produzione di “Io sono nata viaggiando” di Irish Braschi, biografia di Dacia Maraini.) Due documentari sono già pronti per l’usci- ta: “Redemption Song” di Cristina Mantis e“Quest’Italia suona il jazz”, distribuito da Cinecittà Luce. “Anche con Solaria continuo però a produrre lungomtetraggi per il cinema.” Conclude Nespeca.

Oltre ai citati “Il bambino di vetro” e “Wild Flower”, il prossimo anno arriverà in sala “7 Days” di Rolando Colla, co-produzione con la svizzera Peacock Films, per la quale “c’è un accordo di distribuzione con Movimento Film. “ Mi sono reso conto –conclude Nespeca – che non ha molto senso ragionare in termini di generi; l’importante è incontrare storie partico- lari, ma soprattutto persone con cui si ha voglia di lavorare, in Italia e all’estero. Le co-produ- zioni sono fondamentali anche per imparare a parlare a un pubblico che vada oltre il nostro “quartiere”. Solo così riusciremo a vendere il nostro cinema fuori dall’Italia.”

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