Si stima che in media circa 120 milioni di persone al mondo vedano un blockbuster nelle prime tre settimane dalla sua uscita: uno spot di circa due ore per le locations del film.Impagabile.
E in effetti, circa il 40% dei potenziali turisti della Gran Bretagna desiderano visitare luoghi che hanno visto al cinema o in tv.
Sono questi fra i primi dati forniti da Sandie Dawe, direttore generale di Visit Britain, in apertura della Conferenza Internazionale di Cineturismo, che si è svolta il 18 marzo a Londra, e di cui Visit Britain è stato lo sponsor principale.
Eppure, “dopo dieci anni di esperienza in questo settore, posso dire che turismo e cinema non si incontrano ancora abbastanza”, afferma Martin Evans, a capo di Tourism Business & Screentourism.com, organizzatori della manifestazione, giunta alla quarta edizione.
“Già dal 2007, anno della prima Conferenza , lo scenario si è molto modificato, -afferma Sandie Dawe – il tradizionale meccanismo distributivo ha visto espandere i propri canali a dismisura, soprattutto grazie all’uso dei social media, che offrono possibilità di una massiccia penetrazione.
Di conseguenza, sono cambiati anche i nostri strumenti promozionali. ” Dalla prima Movie Map realizzata nel 1996 (e dedicata a 60 anni di cinema e televisione in Gran Bretagna), a quelle successive, dedicate a singoli film. Caso esemplare è “Harry Potter e la pietra filosofale”, che ha aiutato l’Inghilterra a venire fuori dal suo momento peggiore per il turismo, dopo l’ 11 settembre 2001, con un aumento del 50% delle visite alla Cattedrale di Gloucester.
Dal marketing legato alla telefonia cellulare (l’anno scorso è stata lanciata la prima “˜applicazione cineturistica’ per I-phone e “˜android platform’), all’uso intensivo dei social media: Alison Mckay, Partner Marketing Manager di Visit Britain, ha ripercorso le tappe della strategia promozionale del gruppo, soffermandosi sulla campagna promozionale messa a punto per il lancio di “Robin Hood”, in collaborazione con la Universal e con le agenzie turistiche locali:
“Robin Hood aveva praticamente tutti i requisiti che noi di Visit Britain richiediamo ad un film perché diventi veicolo della promozione del paese: rappresenta la Gran Bretagna in maniera positiva, è un’icona della nostra cultura e delle nostre tradizioni, e coinvolge una regione, quella delle East Midlands, dove si trova Nottingham, che è una delle meno frequentate dal turismo internazionale, e che ci interessava “˜collocare sulle mappe turistiche’.”
La campagna prevedeva un processo di ri- brandizzazione degli strumenti di Visit Britain imperniato su Robin Hood, un concorso legato al film che ha dato un’esposizione al brand “Gran Bretagna” del valore di 4 milioni di pounds, la creazione di un micro sito dedicato, una mostra allestita al castello di Nottingham e alla foresta di Sherwood da aprile ad ottobre 2010, in collaborazione con la set designer del film, visitata da mezzo milione di turisti.
Delle molteplici e stimolanti possibilità aperte al cineturismo dalle nuove tecnologie ha parlato David Sim, fondatore di Openbrolly, società di consulenza e servizi al cinema e al turismo, focalizzandosi sull’importanza sempre maggiore rivestita dalla telefonia mobile con accesso a Internet, e sull’uso a “˜scopi cineturistici’ di QR code, realtà “aumentata”, e applications come “foursquare” .
La fortuna cineturistica dei film in costume si lega probabilmente al fatto che la maggior parte dei turisti dichiara di scegliere la Gran Bretagna perché attratto dalla sua storia e dalle sue tradizioni.
Una location emblematica a questo proposito è il castello vittoriano di Highclere, a Newbury, che, fra i tanti, è stato anche il set di “Robin Hood”, “Eyes Wide Shut” e, recentemente, della fortunatissima serie in costume di ITV “Downtown Abbey”, esempio di perfetta integrazione e convivenza fra la proprietà (che ha lasciato a disposizione della troupe l’arredamento originale del castello, affiancandola nel corso delle riprese) e il cast.
Di questo ha parlato la Contessa di Carnarvon, che risiede a Highclere assieme al marito, Conte di Carnarvon, e si occupa dell’amministrazione del Castello.
Un altro significativo tema della giornata è stata la persistenza nel tempo del richiamo cineturistico di alcune locations: Sandie Dawe ha citato “Local Hero”, del 1983, per il quale ancora oggi i turisti si recano a Pennan nell’AberdeenShire per farsi la foto nella cabina telefonica.
Su questo punto ha insistito, dati alla mano, anche Harvey Hedgington, responsabile della divisione cinema di The National Trust, fondazione privata che si occupa di gestire e preservare case storiche, giardini e monumenti: “è chiaro che con il passare del tempo, l’incremento del flusso turistico legato a un film diminuisce, ma se la cosa è ben gestita, le cifre si manterranno sempre su un livello più alto rispetto a quello precedente l’uscita del film.”
E’ questo il caso di “Orgoglio e Pregiudizio”, “Miss Potter”, “The Duchess”.
Sempre maggiore l’interesse che il cineturismo desta nell’ambiente accademico, come dimostrano la presenza alla conferenza di professori e ricercatori universitari, e gli interventi di giornalisti e autori specializzati, come Nicki Grihault e Stefan Roesch.
Spazio anche all’esperienza dei festival cinematografici, visti come attrattori di flussi turistici (è il caso del Branchage Film Festival nel Jersey), e come appuntamenti di ulteriore valorizzazione delle locations cinematografiche e televisive quali l’Ischia Film Festival, di cui ha parlato il direttore, Michelangelo Messina.