di Viviana Del Bianco
Dal turismo di fede e cultura al cineturismo, alla ricerca di nuove intersezioni fra svago e cultura, sempre più richieste all’interno delle offerte tusistiche.
E’ questa la strategia di Gea Way, tour operator bresciano il cui core business è, appunto, il turismo legato ai luoghi di fede:
“Ci siamo “˜buttati’ sul cineturismo quando ancora non sapevamo che esistesse questo termine, seguendo una passione personale e cercando nuove proposte per il mercato straniero, – spiega Raffaella Brambilla, responsabile di questo nuovo ramo d’attività , -Era da poco uscito “The passion” di Mel Gibson, da lì abbiamo avuto l’idea di un location tour di film girati a Matera, da cui poi abbiamo creato un grand tour dell’Italia facendo ricerche sulle principali locations scelte anche da registi internazionali.”
I clienti sono soprattutto nordamericani e spagnoli, giovani e di mezz’età .
“Tutti i nostri tour sono guidati da un regista, Simone Scafidi, che mostra ai gruppi gli spezzoni dei film dove sono presenti le locations, cercando di approfondire proprio questo aspetto e di sottolineare il processo di trasformazione da luogo reale a location cinematografica. Abbiamo anche altri tour, che sono invece concepiti per gli italiani: il Veneto di Visconti, la Torino del cinema, i Luoghi Felliniani-, continua la Brambilla, che rileva anche le difficoltà di far decollare questo tipo di iniziative in Italia. – Questo è un turismo di nicchia, ed è necessario escogitare sempre nuove formule promozionali per smuovere la clientela, anche perché noi cerchiamo di lavorare sempre con gruppi di minimo 25 persone.
I tour sono comunque operativi solo da due anni, e abbiamo altri progetti in cantiere, come un tour di Palermo realizzato in collaborazione con un fotografo siciliano appassionato di cinema, dove tenteremo di legare l’aspetto dell’immagine fotografica al viaggio e al cinema.”