CinemaSpagna! porta da 12 anni il cinema spagnolo e iberoamericano in Italia, con un Festival che è nato a Roma, al cinema Farnese di Campo de Fiori, e che è andato espandendosi ogni anno fino ad arrivare a toccare ogni angolo della penisola, dal Trentino alla Sicilia. Attraverso un lavoro sempre molto legato all’esercizio “che è una parte attiva del progetto e della catena” dice Iris Martín Peralta, fondatrice e direttrice del festival, assieme a Federico Sartori.
L’edizione 2020 sarebbe partita a Roma, dal 7 al 13 maggio, e prevedeva di far tappa in 20 città, da fine maggio a dicembre, con formule diverse, come il tour del Nord est (dove gli ospiti del festival avrebbero accompagnato i loro film a Venezia, Trento, Treviso, Trieste), il “mese del cinema spagnolo” a Perugia (con la programmazione del festival ‘suddivisa con due proiezioni a settimana con la programmazione stirata su un mese in collaborazione con il Cinema Postmodernissimo) e alcune new entries come la nuova collaborazione con il Fondazione Sistema Toscana e il Cinema La Compagnia di Firenze, “dove saremmo stati ad inizio giugno e a cui tenevamo molto.”
Che succede adesso, il Festival è cancellato o rimandato?
Siamo in attesa di capire sviluppi della situazione, anche perché il nostro è un festival molto legato alle istituzioni, abbiamo vinto bandi che sono già pubblicati, come quello di Regione Lazio, e abbiamo un contratto con l’Ambasciata di Spagna: dipenderà quindi molto anche dalle linee che adotteranno queste realtà. Alcuni parlano di settembre come data possibile per la riapertura delle sale, ad oggi niente è certo, ma direi che prima o poi il festival ci sarà. Per adesso, continuiamo a lavorare sul programma, che era quasi completato.
Fra i titoli in anteprima, il nuovo film prodotto da Alex De La Iglesia “70 Binladens – Le iene di Bilbao” di Koldo Serra, con protagonista Emma Suarez (una degli ospiti del festival), thriller che racconta di una rapina in banca che termina in modo grottesco, e che si rifà sia al cinema americano degli anni ’70, sia al genere quinqui spagnolo a cavallo fra anni ’70 e ’80 (diverse produzioni sul tema delinquenza giovanile), il documentario-biografia “Piazzolla- La rivoluzione del tango”, con un interessane materiale di repertorio sull’ Italia. Da Un Certain Regard (vincitore del Premio della Giuria) arriva “O qhe arde –Verrà il fuoco” del regista gallego Oliver Laxe (che Bong Joon-hu, il regista di “Parasite” ha inserito nella lista dei 20 registi che secondo lui segneranno il futuro del cinema, n.d.r.), la storia di un piromane che torna in paese natale in Galizia rurale dopo aver scontato la sua pena.
Titoli, questi ultimi, distribuiti in Italia da Exit Media, società sempre guidata da Peralta e Sartori, e nata proprio dall’esperienza del festival e dal suo essere così capillarmente presente sul territorio.
“Il lavoro che facciamo con il festival è un lavoro di diffusione della cultura spagnola attraverso la cinematografia, che implica e richiede un’esperienza collettiva di visione partecipata e condivisa, e che non può che trovare nella sala la sua ragione d’esistenza. Questo poi non esclude che in una situazione di emergenza come questa, si possano fare esperienze diverse per mantenere il rapporto con il pubblico e sentirci meno soli, più una difesa che una strategia.”
Sono varie le sale che hanno reagito alla chiusura organizzandosi con una programmazione alternativa online in cui figurano anche molti prodotti ExitMedia: è il caso del cinema Beltrade di Milano, che con Beltrade su Sofà, presenta, ogni giovedì, un film (a cui corrisponde un biglietto elettronico da diversi introiti, da 9 a 1,7 euro), fra cui “Arrugas”, “La Educacion del Rey” e “El Olivo”; del Cinema Teatro Orione di Bologna “che ha programmato il ‘best of’ degli ultimi anni del festival con titoli del nostro listino di per i quali abbiamo diritti per Italia; e del Cinema Eden di Brescia.”
Ulteriore iniziativa è lo screening online di “Urge”, la versione cinematografica dello spettacolo teatrale di Alessandro Bergonzoni, “che programmeremo dal 24 al 26 aprile con tutte le sale che si renderanno disponibili”, annuncia Peralta.
In questo periodo in cui per forza di cose si ripropone fortemente il dibattito della competizione fra la sala e l’online. Exit Media distende i toni, con la calma e filosofia che occorrono per affrontare questo momento:
“E’ molto difficile leggere il consumo culturale di questo periodo di confinamento in una logica di stabilità di settore, proprio perché siamo in una situazione eccezionale, – evidenzia Peralta, – ma non credo che questo forte impulso al consumo online regga anche dopo il corona. E’ pur vero che la distribuzione indipendente stava già di fronte a un cambio di paradigma prima dello scoppio della pandemia, e che quindi, a maggior ragione, nei nuovi contratti la realtà delle piattaforme verrà tenuta in maggiore considerazione. Per quanto ci riguarda, non vedo come, per una distribuzione indipendente come la nostra, la piattaforma possa sostituire la sala: lavoriamo con pochi film e ben mirati, ognuno dei quali merita un ragionamento e una strategia a sé. Detto questo, ci è capitato di ospitare al Festival film che stavano girando contemporaneamente su Netflix, come “Incerta Gloria” o “A cambio de nada”, e che ugualmente hanno riempito la sala con grande successo. In fondo, la gente non smette di andare al bar perché la stessa birra può trovarla al supermercato!”
E la voglia di uscire che sentiamo in questi giorni, certamente ce lo conferma.