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CINEMA&PUBBLICO/Windows, aria nuova in sala

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Non tutto è perduto: per le sale cinematografiche italiane, che per il secondo anno consecutivo registrano una netta perdita di spettatori (al mese di novembre la flessione è di circa il 9%), c’è la possibilità di risalire la china.
Ciò che sicuramente farà tornare il sorriso agli esercenti, protagonisti della 41a edizione delle Giornate Professionali di Cinema è la firma, da parte del Ministro della Cultura Alberto Bonisoli, di un decreto attuativo della Legge Cinema, che regola le finestre in base a cui i film dovranno essere prima distribuiti nelle sale e dopo su tutte le piattaforme.

In sostanza, quello che prima era una prassi largamente condivisa, l’intervallo di 105 giorni, adesso diventa una regola che, naturalmente, si applica solo ai film che usufruiscono dei contributi pubblici, e non ai film stranieri.

Il decreto stabilisce che i 105 giorni d’intervallo tra l’uscita in sala e lo sfruttamento su altre piattaforme si riducono a dieci se il film è programmato per tre giorni (o meno) feriali, con esclusione del venerdì, sabato e domenica; di sessanta giorni se è programmato in almeno ottanta schermi e dopo i primi ventuno giorni di programmazione ha ottenuto un numero di spettatori inferiore a 50mila.La riduzione, però, “è ammessa solo se nel periodo di programmazione non è stata fatta attività di lancio e promozione sulla successiva disponibilità dell’opera attraverso fornitori di servizi di media audiovisivi”.

All’obiezione di chi ha sottolineato la funzione anti Netflix di quest’ultimo passaggio del decreto, il sottosegretario Lucia Borgonzoni replica che “L’obiettivo non è combattere Netflix o Amazon, ma far funzionare il nostro cinema”.
Infatti, la regolamentazione delle finestre è stata articolata per garantire “una maggio- re flessibilità per i film finanziati con soldi pubblici che non rendono bene sul grande schermo e possono dare migliori risultati su altri circuiti”.

Il decreto è stato accolto dal plauso di tutte le categorie del cinema, perchè, sottolineano in una nota ufficiale gli esercenti ANEC e ANEM, ACEC e FICE, assieme ai produttori e ai distributori dell’ANICA, “ la norma è volta a salvaguardare la sala come momento centrale dello sfruttamento dell’opera cinematografica; le regole proposte mirano inoltre, attraverso deroghe, a valorizzare le diverse tipologie di produzione nazionale, inclusi film low budget e dalle minori potenzialità di mercato, ampliandone così le possibilità di sfruttamento e di visione”.

Altre buone notizie per gli esercenti: il sottosegretario Borgonzoni ha anticipato nuovi aiuti alle sale (“si sbloccheranno quanto prima i 30 milioni di euro dell’anno scorso ai quali si aggiungeranno i 30 dei bandi di quest’anno”) e soprattutto “ accordi per la multi programmazione anche nelle monosale”.

Infine, anche sull’annosa questione, tutta italiana, della stagione estiva, il Ministero ha confermato il suo impegno a favorire l’uscita dei film in sala anche nei mesi estivi.

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