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direttore Paolo Di Maira

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CINEMA/La finestra su Udine

 


Dalla Norvegia al Friuli Venezia Giulia, passando attraverso il sapiente adattamento di Sandro Petraglia, che è anche autore della sceneggiatura: questo il percorso di “La ragazza del lago”, il film opera prima di Andrea Molaioli, ispirato al romanzo “Lo sguardo di uno sconosciuto” della scrittrice norvegese Karin Fossum.


“Il romanzo mi ha colpito per la sua struttura narrativa forte: è un giallo che porta con sé tutti i meccanismi del genere, ma che allo stesso tempo consente di uscirne fuori, – spiega a Cinema&Video International Molaioli, già  aiuto regista di Nanni Moretti – uno di questi “˜allontanamenti’ ha riguardato per forza di cose l’ambientazione: i luoghi del libro erano Oslo e, soprattutto, un fiordo norvegese. Volevo un ambiente che si portasse dietro l’umore di quello iniziale, senza però doverlo trasformare.
Ho pensato subito al Friuli Venezia Giulia, e a luoghi che già  conoscevo e che si prestavano particolarmente al mio scopo, che era quello di dare alla storia una cornice naturale, dove la natura fosse però ben presente di per sé, senza doverla segnalare troppo.
” Le location, che il regista ha scelto insieme a Francesca Cima, produttrice friulana della Indigo, sono Udine, Moggio Udinese, i dintorni di Tolmezzo e Tarvisio.


” I protagonisti, che si muovono in una cittadina di provincia, dovevano essere sempre circondati dagli elementi “˜selvatici’ che riescono a resistere in questo ambiente generando forti contraddizioni “, continua Molaioli. Per esigenze narrative “” ci sono molti interni, dove il protagonista, un commissario meridionale trasferito a Udine, procede a incontri e interrogatori “” sono stati privilegiati ambienti che avessero uno sbocco visivo verso l’esterno.
Il commissario è Toni Servillo, affiancato, fra gli altri, da Valeria Golino, Fabrizio Gifuni, Anna Bonaiuto.
Il film, girato tra maggio e giugno 2006, ha ricevuto 85 mila euro dal Friuli Venezia Giulia Film Fund, contributo non decisivo (il budget si aggira intorno ai 2 milioni di euro) ma fondamentale per la produzione:

“La Film Commission, ci aveva già  fornito il suo supporto per “Apnea”, film girato nel 2004 (uscirà  nelle sale il 16 febbraio) – afferma Nicola Giuliano della Indigo Film, – anche in quel caso ricevemmo un contributo, di 20 mila euro, a fronte dei quali, lo conferma un’indagine condotta dalla Film Commission, ne abbiamo lasciati sul territorio circa 400 mila.
Ovviamente questa volta abbiamo speso molto di più. In entrambi casi poi, abbiamo assunto tecnici locali, e la seconda volta li abbiamo trovati più preparati, vuol dire che è stato fatto un buon lavoro sul territorio.”


“Tutte le regioni dovrebbero dotarsi di una Film Commission efficiente – , conclude Francesca Cima, – tutte le volte che pensiamo di girare un film ci vengono in mente le difficoltà  organizzative, e devo dire che adesso, preparando altri progetti, ci viene la voglia di girare in Friuli Venezia Giulia perché è più semplice e i loro incentivi non sono solo economici, ma riguardano anche i servizi. Inoltre la gente ha recepito il messaggio e sta diventando sempre più disponibile”
A questo proposito ricorda Molaioli: “La disponibilità  delle persone non è apparsa immediatamente. E’ ovvio che girare in centri anche molto piccoli, anche se all’inizio genera curiosità  per la troupe che arriva, si traduce poi spesso in una scocciatura: ci sono 30, 40 persone in più ogni giorno che devono parcheggiare e che magari daranno un’immagine dei loro luoghi poco degna o veritiera. Nel corso delle riprese ho avuto modo di vedere come l’iniziale diffidenza si sia fortunatamente trasformata in un atteggiamento aperto. Sono nati piacevoli rapporti di scambio reciproco e di amicizia.”


 


Cinema&Video International    1/2-2007


 

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