direttore Paolo Di Maira

CINEMA ITALIANO IN FRANCIA/Annecy apre all’Industry

Un’elevata frequenza pro capite (oltre tre biglietti l’anno), il numero delle produzioni e coproduzioni (oltre duecento l’anno), nonché la varietà delle cinematogra e che arrivano sul grande schermo, fanno della Francia il paese più cinefilo d’Europa.
Per questo – e per la vicinanza culturale e geo-storica – è uno dei tradizionali approdi del cinema italiano.
Autori contemporanei affermati, come l’amatissimo Moretti, Palma d’oro nel 2001, ma anche Sorrentino e Garrone, escono praticamente in automatico.

Pure i grandi nomi che hanno costruito il prestigio mondiale del cinema del Bel Paese non cessano di avere un loro pubblico in sala.
L’analisi che MEDIA Salles ha condotto sulle uscite dei film italiani nell’Esagono nel 2017 mostra che case come Tamasa, Les Films du Camelia o Les Acacias sono specializzate nella distribuzione dei titoli del patrimonio.
Se in primavera è stata la volta de “Il posto”, “Detenuto in attesa di giudizio”, “Miseria e nobiltà”, la programmazione di agosto ha incluso “Belle ma povere”, “Ginger e Fred”, “I magliari”, mentre in settembre è previsto “I fidanzati”.

Che prospettive ci sono invece per i film più nuovi e gli autori emergenti? Ne parliamo con Nicola Curtoni, un giovane italiano che, andato Oltralpe per studiare cinema, nel 2016 è passato sul fronte delle sale programmando il Cinema Manivel (5 schermi + 2 in costruzione) di Redon, in Bretagna e racconta questa esperienza nel blog uncinemainfrancia.com

“In Francia l’attenzione per le cinematografie del mondo è sicuramente più elevata che in altri paesi: significativo è l’investimento nelle co- produzioni anche con cinematografie emergenti, alta la curiosità del pubblico, che ha un’attenzione particolare per il cinema dello Stivale. Dalla mia esperienza vedo che gli spettatori amano i film di genere, come “Suburra”, così come opere che definiremmo d’essai, soprattutto se con attori conosciuti. Un buon esempio è “Le Confessioni” di Andò, con Toni Servillo. Fondamentale è il ruolo di distributori specializzati, a partire da Bellissima Films: solo opere italiane”.

Laetitia Antonietti, responsabile della distribuzione di Bellissima Films nella provincia francese afferma: “Oltre alla nostalgia degli anni d’oro del cinema italiano, i Francesi cercano nei film del Bel Paese qualcosa di caldo, di mediterraneo, insieme con i paesaggi più significativi”.

Accanto a questo tipo di distribuzione – che ha il merito di garantire una disponibilità costante di produzioni italiane – essenziale è la capillare presenza delle sale su tutto il territorio.
Attraverso una multiprogrammazione mirata – altro strumento chiave – esse riescono a raggiungere, pure nei piccoli centri lontani da Parigi, diverse fasce di spettatori, inclusi gli appassionati di cinema italiano.
Con interessanti ritorni, soprattutto per produzioni a basso budget, ma capaci di intercettare il gusto e l’interesse degli spettatori francesi. Anche per quanto riguarda i documentari.
Aggiunge a questo proposito Curtoni: “Un paese di Calabria”, proiettato in anteprima nel mio cinema alla presenza della produttrice, ha portato in sala 150 spettatori.”

Se a livello locale la sinergia tra programmatore e distributore è decisiva, sul piano nazionale – per alimentare la notorietà della produzione italiana più recente – i festival rivestono un ruolo determinante. Citare il concorso – e magari un premio – a Cannes è n troppo ovvio, ma anche farsi notare nelle altre sezioni del Festival è un biglietto privilegiato per entrare nella distribuzione francese d’essai.
I film amati da Curtoni nell’ultima edizione – “A Ciambra”, “Fortunata”, “L’intrusa”, “Sicilian Ghost Story” – hanno già un distributore. “Anche “Cuori puri” – una storia universale e ben riuscita grazie a due protagonisti molto credibili – potrebbe funzionare in sala e spero che trovi presto un distributore”, aggiunge Curtoni.

Ma non c’è solo Cannes: sul fronte dei festival, una “porta” storica per l’accesso dei lm italiani in Francia è quella di Annecy Cinéma Italien.
Nella bella cittadina sul lago, significativamente a metà strada tra Parigi e Roma, si presentano le produzioni della Penisola dal 1983.
La prossima edizione, che si terrà dal 25 settembre al 1° ottobre, è caratterizzata da una novità importante: a dirigerla è arrivato Francesco Giai Via.
Nel suo programma – accanto alla ripresa del dialogo con la contemporaneità del cinema italiano -compare un obiettivo di rilievo anche commerciale: creare una piattaforma “Industry”, che faciliti scambi e accordi a livello sia della distribuzione sia della produzione. Nasce così la versione PRO di Annecy Cinéma Italien.
“Sarà un’edizione zero – spiega Giai Via – rivolta a incoraggiare la partecipazione e il confronto tra i produttori e i venditori dei film presenti al Festival e i distributori francesi più attenti al cinema italiano. Ci tengo poi a sottolineare che tutti gli otto film del concorso dedicato alle opere prime e seconde saranno presentati con copie di proiezione sottotitolate in francese realizzate grazie alla collaborazione di Filmitalia”.
Annecy Cinéma Italien come trampolino di lancio del cinema italiano più attuale, alla conquista del mercato più grande d’Europa. Per quali titoli? Giai Via ce lo dirà subito dopo Venezia (ma sicuramente ci sarà spazio nel suo programma per diversi titoli della mostra.)

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