“Stamattina un largo spettro di parlamentari ha presentato in aula una mozione che oltre a ribadire la salvaguardia della sala chiede una regolamentazione temporale individuata in una finestra temporale di 180 giorni, oltre a ribadire la necessità degli incentivi fiscali a favore della distribuzione e degli esercenti. Speriamo che nel dibattito che seguirà in aula, e a cui dovrebbe partecipare il Ministro Franceschini, ci sia modo di far comprendere che questa misura è utile per far tornare l’abitudine e ripartire” così Mario Lorini, presidente dell’Anec, ha salutato la platea di esercenti e professionisti riuniti a Riccione per il taglio del nastro di Ciné, la manifestazione estiva di networking e di aggiornamento professionale dell’industria cinematografica organizzata da Cineventi e diretta da Remigio Truocchio.
La questione delle finestre, che ha anche aperto il convegno curato da Box Office in apertura di Ciné (Equilibrio fra sale e piattaforme: è possibile?), partito proprio da una mappa delle diverse politche sulle windows in vari paesi europei, continua a creare dibattito, non tanto in merito alla sua necessità, quanto all’esigenza di dover avere un numero di giorni regolamentato e uguale per tutti
“L’esclusiva della sala è fuori discussione, il punto è: deve esser prevista da norma di legge o forse siamo in grado di andare a stabilire in equilibrio di mercato quello che di volta in volta è il meglio per tutti?” ha detto l’AD di Vision Distribution, Massimiliano Orfei.
“Guardando all’esperienza di altri paesi, dove le finestre non esistono (la Spagna o il Regno Unito ad esempio), e che vanno meglio dell’Italia, mi viene da dire che il problema forse non è tutto lì”: per Andrea Occhipinti, ad di Lucky Red e di Circuito Cinema, le questioni cruciali sono l’esperienza e l’eventizzazione, “quest’ultimo, fra l’altro, un tema che era al centro del dibattito a Cineurope di Barcellona. Dobbiamo agire sui contenuti e sui contenitori, rinnovando le nostre sale. I primi 30 film in Italia facevano 200 milioni nel 2010, e nel giro di dieci anni abbiamo perso la metà del valore dell’incasso. ” La sensazione che non ci sia più tempo, e che sia necessario abbandonare la visione aziendalistica ed agire come filiera, il cinema assieme alle piattaforme è ribadita da
Francesco Grandinetti general manager di Space Cinema, che insiste anche sull’infinita anomalia italiana della stagionalità, che deve essere risolta. Una maggiore collaborazione con le piattaforme, “il cui contributo può essere fondamentale per aumentare i budget dei nostri film, e nella scoperta di nuovi talenti” è auspicata anche da Federica Lucisano, ceo di Italian International Film, e Vice Presidente dell’ Unione Produttori di Anica, per la quale la soluzione sta “nell’ingolfare meno l’esercizio di prodotti che magari hanno uno sbocco naturale nelle piattaforme e aumentare i budget per fare grandi film, che devono essere concepiti da subito con una vocazione più internazionale.”
Altro tasto fondamentale, è quello della conoscenza più approfondita dello spettatore: al convegno ha fatto seguito la presentazione dell’esperienza di Cinexpert, attiva in Francia dal 2016 , e ‘mutuata’ in Italia da Ergo Research su commissione di Vision Distribution e Universal, “che consente di fare attività settimanale di profilazione del pubblico che duri nel tempo, in modo di avere un’analisi di comparazione che migliori l’ efficienza di ciò che produciamo e distribuiamo” ha spiegato Michele Casula, partner di Ego Research. L’obiettivo è “portare a bordo nuovi steakholders ed estendere l’analisi quantitativa anche sul fronte qualitativo.”