Si svolgerà dal 27 gennaio al 3 febbraio I Tesori della Cineteca Nazionale, festival della Cineteca Nazionale in cui “apriremo i nostri archivi al Maxi in collaborazione con Cinema d’Impresa di Brera, AAMOD, la Cinémathèque française.” Dopo una prima anticipazione alla Festa del Cinema di Roma lo ha annunciato ieri al Torino Film industry Steve Della Casa, conservatore del CSC- Cineteca Nazionale, all’interno del convegno La valigia dei sogni: l’importanza economica e culturale del patrimonio cinematografico. “Il cinema non è mai stato così strabico: con un occhio rivolto a futuro e uno al passato – ha sottolineato Della Casa, ribadendo la tendenza sempre più forte, alla riscoperta dei film di patrimonio. Da parte del pubblico (è vero in Francia, dice il presidente della Cinémathèque française, Jean-François Rauger, ricordando come tante piccole sale programmino vecchi film, ed è vero in Italia, basti pensare alle proiezioni della domenica mattina al Cinema 4 Fontane a Roma, o al Palazzo delle Esposizioni che registrano il tutto esaurito. E da parte dei professionisti, che fanno ricorso ai materiali d’archivio in modo sempre più creativo e innovativo, impiegandoli anche in maniera decontestualizzata e non solo a supporto delle storie documentarie: Enrico Bufalini, Direttore dell’Archivio storico Luce, cita l’esempio della sequenza finale di C’è ancora domani di Paola Cortellesi, dove “il filmato originale delle donne per la prima volta al voto conferma e esalta il fatto storico” . O la serie M Il Figlio del Secolo di imminente uscita, “in cui i filmati d’archivio sono diventati anche scenografie digitali per le riprese fatte in virtual production all’interno del teatro 18 di Cinecittà.”
Al riuso creativo e innovativo del materiale d’archivio è dedicato anche il festival Unarchive: ne ha parlato la regista Alina Marazzi, che lo co-dirige con Marco Bertozzi: “selezioniamo film brevi e sperimentali, documentari e lungometraggi in cui l’uso dell’archivio trova una declinazione molto ampia e per i quali esiste decisamente un pubblico.”
Alina Marazzi, che proprio al Torino Film Festival presentò Un’ora sola ti vorrei, film composto di di filmati di famiglia ha presentato alcuni materiali d’archivio che costituiranno una parte consistente (circa il 30%) del suo nuovo film, La ragazza con la Leica, attualmente in sviluppo, una co-produzione internazionale tratta dal romanzo omonimo di Helena Janeczek, prodotta da Vivo Film che ha al centro la fotografa tedesca Gerda Taro morta nel 1937 in Spagna.
Marazzi ha parlato anche dell’importanza della figura dell’Archive Producer, in questo caso Alessia Petitto, “che ha consultato per noi circa 25 archivi internazionali, fondamentali in fase di sceneggiatura, che ho scritto in collaborazione con Vania Santella. Abbiamo scoperto che esistono tanti filmati amatoriali, tanti archivi simili al nostro Home Movies: la gente filmava moltissimo negli anni ’30 in tutta Europa, un po’ come adesso con i cellulari.”
Ieri come allora, perché in fondo, come ha ricordato Della Casa in chiusura citando Godard, “non ci sono vecchi libri, dunque non ci sono vecchi film”