La decisione di Disney Pixar di far uscire “Soul” su Disney + invece che in sala, la tenitura di soli 3 giorni del film su Totti al cinema a favore di Sky decisa da Universale e Vision Distribution: notizie che avevamo dato pochi giorni fa e che di colpo sono diventate datate dopo l’ultimo DPCM che chiude i cinema.
Moltissimi i professionisti che sottolineano quanto in effetti le sale fossero fra i luoghi più sicuri e controllati.
E le richieste delle associazioni non tardano ad arrivare, come quella di UECI (unione degli esercenti che fa capo a CNA) chiede con forza al Governo Italiano, un accordo per ottenere un contributo a fondo perduto per tutte le strutture cinematografiche (circa 2000 che sviluppano circa 4000 schermi) d’Italia. Il contributo richiesto, si legge nel comunicato, “dovrà essere erogato agli esercizi cinematografici. Basterà far parte di una delle categorie sottoposte a chiusura totale e/o parziale. Le attività sospese dovranno essere tassativamente ristorate in tempi brevi con almeno 200 milioni totali da ripartire tra le sale rientranti nei requisiti.E’ altresì fondamentale normare e regolamentare il mercato cinematografico, perché da ciò dipende la sopravvivenza stessa di molte imprese italiane. Per differenziarsi occorre tutelare le sale ed il Prodotto Indipendente Italiano e tutti i suoi attori e promotori.
Il Governo deve riequilibrare i diritti degli esercenti, introducendo le finestre di sfruttamento del prodotto italiano, europeo e Internazionale, trovando il giusto equilibrio per il loro sfruttamento come succede in Francia e Germania.
Inoltre, si dovrà necessariamente normare l’accesso al prodotto, le condizioni di noleggio, l’eliminazione dei minimi garantiti oltre alla costituzione di un organo di vigilanza. E’ quanto mai urgente confrontarsi proponendo azioni chiare e condivise, ma tutta la filiera e la catena del valore vanno tutelati dall’inizio alla fine di questo processo decisionale.Non si può ripartire senza norme certe.”
Forte preoccupazione e richieste di sostegno al governo sono espresse anche da AFIC – Associazione Festival Italiani di Cinema
“Il nostro settore viene colpito in maniera indistinta da queste misure e si trova, ancora una volta, a riprogettare all’improvviso il proprio lavoro dicendo addio a mesi di duro lavoro per riportare il pubblico nelle sale. L’esperienza di alcuni importanti festival, primo fra tutti la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ha mostrato come sia stato possibile organizzare ai massimi livelli di sicurezza eventi con migliaia di persone. Di queste esperienze ci piacerebbe che anche in futuro si tenesse conto prima di decidere chiusure generalizzate delle sale cinematografiche che da studi di settore risultano a bassissimo rischio di diffusione del contagio.
Purtroppo l’esercizio cinematografico, a cui esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà, è uno dei più colpiti da questo tipo di misure di chiusura perché è uno dei tasselli più importanti ma anche più deboli dell’intera filiera dell’industria cinematografica dal momento che non può disporre autonomamente dei film da proiettare. La chiusura e la riapertura a singhiozzo delle sale cinematografiche rischia dunque di interrompere il lavoro di mesi di riorganizzazione delle case di distribuzione che con serietà e coraggio hanno deciso di far uscire i loro film nelle sale.
In quest’ottica chiediamo dunque che il Governo e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo siano ancora più vicini a tutte queste realtà garantendo i mezzi economici di sostegno in questo momento emergenziale ma chiediamo anche un confronto per il futuro per immaginare insieme una ripartenza di tutto il settore con regole certe e verificate che diano nuovamente lavoro e stabilità a tutti.”