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direttore Paolo Di Maira

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CASE HISTORY/Un Film, tre Regioni

“La Montagna Silenziosa” è un film di confine, girato in luoghi che appartengono a tre diverse regioni. Tre territori che hanno unito le forze logistiche e finanziarie per raccontare una storia ambientata in un periodo in cui i confini fra questi luoghi non esistevano. Fino alla “grande guerra”, la prima guerra mondiale che segnò la dissoluzione dell’impero austro- ungarico e una nuova geografia politica.

“La guerra lasciò dietro di sé pesanti strascichi, di odio e rivalità fra le persone, per cui pensare che oggi proprio questi tre territori stiano lavorando insieme su un film di questo tipo è particolarmente bello e significativo.” Dice Luca Ferrario, responsabile, assieme a Laura Zumiani, di Trentino Film Commission.
Il film è una storia di finzione, ma si basa su fatti realmente accaduti, di cui il regista Ernst Gossner ha trovato notizia all’interno dei diari dei soldati, mentre lavorava ad un documentario sulle Dolomiti durante la guerra.
I protagonisti sono i giovani Andreas e Francesca, che si incontrano a si innamorano durante la festa di matrimonio dei rispettivi sorella e fratello, proprio alla vigilia dello scoppio della prima guerra mondiale, tragico evento che separerà i loro destini.
La scena del matrimonio, che apre il film, è stata anche la prima ad essere girata, al Grand Hotel Golf Mendola che è in Trentino, a Ruffrè, in Val di Non,e che ha ospitato il 20% delle riprese. La zona è quella del Passo della Mendola, luogo che rispecchia particolarmente bene lo spirito del film. Intanto perché il Passo della Mendola si trova proprio al confine fra Trentino ed Alto Adige (tant’è vero che una parte della troupe alloggiava nello stesso hotel oggetto delle riprese, in Trentino, mentre gli attori dormivano all’Hotel Penegal, ad appena 100 metri di distanza, ma già in territorio altoatesino).
Una location, poi, che oltre che nella finzione, anche nella realtà dei primi anni del secolo scorso era una meta turistica dove i cittadini benestanti di Bolzano e gli austriaci si rifugiavano d’estate in cerca di temperature più fresche.

Johannes Koeck: un mix interessantre tra filmmakers italiani e austriaci

“Non è stato semplice trovare un albergo che sembrasse di quell’epoca”, dice Heinz Stussak il produttore di Sigma Film: “il Grand Hotel Golf Mendola si prestava particolarmente bene, anche perché è chiuso. Inizialmente volevamo girare nell’hotel che si affaccia sul lago di Braies, ma è stato impossibile poiché era ‘tutto occupato’ dal set de “Un Passo dal Cielo”, e in ogni caso ci sarebbero state delle difficoltà anche per gli adattamenti. Infatti anche al Grand Hotel abbiamo dovuto ricostruire una pedana, uno steccato, ridipinto le pareti, rimesso a posto i pavimenti, c’è stato insomma un lungo lavoro di preparazione, di circa 2- 3 settimane, necessario ad adattare la location alla nostra storia.”
L’adattamento è stato realizzato da T&P Filmpool, un pool di aziende coordinato da Peter Trenkwalder.

Torniamo alla storia: il giorno dopo il matrimonio Andreas viene mandato sulla nuova linea del fronte, fra le montagne. La prima guerra mondiale travolge il Tirolo e trasforma le Dolomiti in uno dei più sanguinoisi scenari di guerra nella storia dell’umanità.
“Le Dolomiti sono molto importanti in questo film, perché la loro meravigliosa natura fu la causa della morte dell’80% delle vittime di quella guerra “, prosegue Stussak.
Fra la Val Badia e Cortina d’Ampezzo, al confine fra la provincia di Bolzano e quella di Belluno (nell’area di Cinque Torri), si trova un museo della guerra, con “trincee ricostruite, gallerie scavate nella roccia che abbiamo potuto usare. Si tratta comunque di un’area protetta, per cui per le azioni più violente, quelle ad esempio che comportavano esplosioni, ci siamo dovuti spostare nel Tirolo austriaco.”

“La troupe ha girato in luglio, per 7 giorni vicino alla città di Lienz, dove abbiamo trovato un bellissimo canyon, facilmente accessibile e drammaticamente perfetto per girare le scene di battaglia e di guerra.- dice Johannes Koeck, a capo della Cinetirol Film Commission, che ha supportato il film con 50 mila euro – Durante le riprese si è instaurata una cooperazione amichevole, costruttiva creativamente, con un mix interessante di filmakers austriaci ed italiani. Credo fermamente che ci sarà sempre più collaborazione fra le tre regioni e le tre film commission, anche perché ci sono vari progetti interessanti, sia storici sia contemporanei, che possono connettere queste tre aree ed essere dunque girati in collaborazione.”

Luca Ferrario: è il nostro primo grosso film in costume

In Piazza Duomo a Trento è stata girata la scena della fuga degli italiani dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria.
Racconta Luca Ferrario: “Per noi questa scena è molto importante perché è l’unica in tutto il filmche offre un riferimento geografico chiaro. Questo è il nostro primo grosso film in costume, e ne siamo grati alla produzione: l’obbligo di assumere personale locale vigeva solo per la durata delle riprese in Trentino, invece loro hanno deciso di tenerli anche sui set degli altri territori, e questa è stata una gran cosa.”

Le maestranze (una decina per regione) sono state il vero trait d’union fra Trentino e Alto Adige, il più forte collante fra i due territori: abbiamo parlato con Alberto Battocchi, trentino, assistente alla regia, e Kati Lionelli, altoatesina, location manger.

“A Trentino Film Commission hanno chiesto, ovviamente, personale che sapesse parlare tedesco e inglese, e che avesse esperienza con produzioni internazionali. La Film Commission si sta muovendo molto bene e si sta impegnando anche nella formazione di persone che sappiano amalgamare culture e impostazioni di produzione diverse, come accade con le produzioni internazionali, che arriveranno sempre più numerose.” Afferma Batocchi, che è anche responsabile del coordinamento delle quasi 500 comparse. Quello sulle comparse è l’investimento più grande in termini di risorse umane locali fatto dalla produzione sul territorio, e Stussak ne è particolarmente soddisfatto:

“Abbiamo trovato delle comparse veramente brave e pazienti, perché essendo un film in costume devono sopportare lunghe sessioni di trucco, di guardaroba. Ci hanno aiutato molto e questo non è per niente scontato, – dice il produttore, e aggiunge, – di tecnici locali ne abbiamo presi pochi perché c’è al momento poca disponibilità, ma sarà questione di tempo, perché si stanno formando nuove maestranze.”

Le maestranze trait d’union tra Trentino , Alto Adige e Tirolo.

Spiega Kati Lionelli: “E’ la prima volta che lavoro nella mia provincia: ho lavorato finora con produzioni tedesche o austriache che giravano in Lombardia, in Veneto o in Toscana. Ho imparato molto dall’altro location manager della troupe, il mio collega austriaco Gerhard Ziegner, che ha una grande specializzazione nella gestione di set e di locations in alta montagna. Grazie a questo film – sottolinea Lionelli – si stanno formando molte persone, ci sono anche cinque ragazzi della scuola Zelig che fanno il tirocinio, e mi auguro davvero che esperienze come questa si ripetano perché è importante e piacevole poter lavorare nel proprio territorio.” Anche Christiana Wertz, Head of Film Fund and Commission della BLS, è soddisfatta per l’impiego del personale locale (“anche persone che prima di questo film non avevano moltissima esperienza e noi ne siamo stati entusiasti”). Ma precisa: “siamo consapevoli che questo tipo di richieste che una Film Commission fa ad una produzione in cambio del sostegno possono creare difficoltà, o rallentamenti”

Richieste che aumentano con l’aumentare dei territori che danno sostegno al film. Un criterio sempre valido è quello di “seguire la storia”. Sostiene Ferrario: “Laddove la storia richiede che il progetto venga condiviso ha senso coordinarsi fin dall’inizio. In questi casi io propongo una sana collaborazione tra Film Commission, soprattutto su progetti che pur essendo validi, presentano alti margini di rischio. Negli altri casi ci sta bene anche una sana concorrenza.”

E’ chiaro che per i progetti o le società nuove il rischio percepito è maggiore,e in questo caso l’unione può fare la forza. Dice Ferrario:
“Quando il film è arrivato da noi aveva già avuto il contributo dalle altre due Film Commission: le abbiamo contattate per conoscere la loro opinione sul progetto, e scambiarci idee su come muoversi. Infatti, è importante sapere che un ente simile al tuo ha valutato positivamente lo stesso progetto che stai finanziando, perché rafforza la tua convinzione che la scommessa sia vincente.”

Christiana Wertz : fondamentale una win win situation

Anche BLS aveva fatto lo stesso in precedenza, spiega Wertz: “Quando abbiamo deciso di dare il sostegno, abbiamo interagito molto con i colleghi dell’ ÖFI (Österr. Filminstitut), che hanno dato il finanziamento maggiore al film, perché loro conoscevamo molto meglio di noi la casa di produzione austriaca. Alla fine ce l’abbiamo fatta, anche grazie a questa unione di forze. Sono aperta ad una collaborazione con gli altri territori quando porta ad una ‘win win situation’.”

Occorre dunque flessibilità:
“Recentemente – spiega Wertz – abbiamo sostenuto un progetto che ci aveva garantito 10 giorni di riprese in Alto Adige. Alla fine è stato girato anche a Rovereto (senza il contributo della Film Commission) perché avevano bisogno di una location speciale che non hanno trovato qui, e noi abbiamo perduto 3 dei 10 giorni concordati. Ma abbiamo accettato di buon grado, proprio nell’ottica di una promozione del territorio intesa in senso più generale e in considerazione del fatto che siamo comunque un’unica regione”.
E in attesa dell’uscita del film, prevista fra l’estate e l’autunno 2013, si comincia a pensare all’anteprima: “Sarebbe bello fare una grande anteprima proprio coinvolgendo i soggetti istituzionali di tutti i territori, e dimostrando quindi l’unità dei tre territori anche a livello politico” conclude Wertz.

IL FILM/CLAUDIA CARDINALE GUEST STAR

“La Montagna Silenziosa” è un film diretto da Ernst Gossner e prodotto dallo stesso Gossner e Heinz Stussak per Sigma Film, Vent Productions Inc (produttore associato Reinhold Bilgeri). E’ una storia d’amore e di guerra ambientata nei luoghi dell’ex impero austro-ungarico: in Trentino Alto Adige e nel Tirolo austriaco. I protagonisti sono William Moseley e Eugenia Costantini, e c’è anche una “guest star”: Claudia Cardinale.

Le riprese del film sono iniziate il 16 di giugno al Passo della Mendola, (2 settimane) per poi proseguire per altre due settimane in località Cinque Torri, al confine fra la provincia di Bolzano e quella di Belluno (fra la Val Badia e Cortina d’Ampezzo).

Il film conta su un budget di 4,5 mln di euro, di cui 3 milioni provengono dall’Austria, (ÖFI Österr. Filminstitut, FISA Filmstandort Austria, ORF, FFW Film Fonds Wien, Cine Tirol). Il film ha poi beneficiato del contributo di BLS (550 mila euro) e di Trentino Film Commission (160 mila euro).

Le vendite internazionali sono affidate a EastWest Filmdistribution.

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