Osmiza viene da osem, che in lingua slovena significa otto. Le Osmize risalgono ai tempi dell’impero austro-ungarico, quando l’imperatore Francesco Giuseppe II nel 1784 concesse ai contadini la vendita diretta di alcuni prodotti propri, esenti da tassazione, per il periodo di otto giorni. Ancora oggi nei casolari delle campagne del Friuli e della Slovenia è possibile trovare le Osmize, posti dove si vendono e si consumano prodotti realizzati in casa: vino, grappa, formaggi, salumi.
Un produttore e un regista, Igor Princic e Matteo Oleotto, hanno messo assieme l’antica Osmiza, con il più recente crowd funding, e hanno lanciato l’Osmiza Crowd Funding, un modo originale per chiudere il budget del film, le cui riprese si sono concluse lo scorso 9 novembre tra Gorizia e Slovenia.
Sulle osmize e le osterie, del resto, poggia anche la storia del film: sono i luoghi dove Paolo, il protagonista, un uomo che nella vita ha sempre combinato poco, spende la maggior parte del suo tempo. Ma le cose cambiano con l’entrata in scena di Zoran, un ragazzino lasciato a Paolo in “ eredità” da una lontana parente slovena, che parla in modo strano e sembra anche un po’ ritardato. Quel che a prima vista sembra l’ennesima sfiga, si rivelerà essere la fortuna di Paolo: Zoran è imbattibile nel gioco delle freccette. Grazie a lui Paolo comincia a pensare di poter fare centro nella sua vita…
Diretto da Matteo Oleotto, al suo debutto nel lungometraggio, “Zoran il mio nipote scemo” è il primo film in cui Giuseppe Battiston ha un ruolo da protagonista, ed è la prima co-produzione “organica” tra Italia e Slovenia.
Lo sottolinea con enfasi Igor Princic, che con la sua Transmedia realizza costantemente progetti di coproduzione con realtà produttive della vicina Slovenia. La sua strategia: valorizzare le realtà del territorio, inserendole nel più ampio contesto mitteleuropeo; in questo disegno si collocano altre esperienze co-produttive con Slovenia e Ungheria.
Quella di “Zoran, il mio nipote scemo” è una storia produttiva interessante: partendo dal contributo del Fondo Regionale per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia (120 mila euro), il progetto ha avviato lo sviluppo nel 2009, passando attraverso la partecipazione del produttore a EAVE Producers Workshop,l’ individuazione del partner coproduttivo (lo sloveno Staragara Production) la presentazione del progetto ai maggiori eventi internazionali del settore (tra cui Cannes e Roma, all’edizione 2011 di The Business Street).
Princic ha già co-prodotto con Staragara il lungometraggio “Archeo” di Jan Cvitkovic, ma il film ma era in quota minoritaria: “In “Zoran”, dice produttore volendo sottolineare la reciprocità del rapporto, “Transmedia è in quota maggioritaria”.
Nel suo percorso “Zoran il mio nipote scemo” ha ottenuto anche il contributo di Friuli Venezia Giulia Film Fund (130.000 euro), Eurimages (220.000 euro) Mibac (opera prima-150.000 euro), e ha beneficiato del tax credit per un importo di 95.000 euro. L’apporto della Slovenia (Slovenian Film Center, Viba film, RTV Slovenia) è stato di 475.000 euro.
Manca circa il 15% per chiudere il budget di 1 milione e 400 mila euro. Così, contemporaneamente alla post-produzione, inizia il tour del Ozmiza Crowd Funding.
Anticipa Princic: “daremo vino in cambio di quote produttive; un migliaio di bottiglie con l’etichetta del film offerte dalle aziende vinicole Renato Keber, Gradis’ciutta di Robert Princic, Villa Caratti di Domenico Fraccaroli, Isola Augusta di Massimo Bassani”.
Con un approccio molto “glocal” – nelle osmize e nelle osterie, cuore del film, si rappresentano storie ed emozioni in cui può riconoscersi un pubblico molto più vasto di quello friulano o sloveno (“sono luoghi dove si racconta la vita”) – Princic e il regista Matteo Oleotto, tornato a Gorizia, sua città d’origine, dopo essersi formato professionalmente a Roma, hanno unito due passioni: per il cinema e per la loro terra. In una terra dove il vino non è considerato una bevanda ma un alimento, nella percezione dei realizzatori di “Zoran il mio nipote scemo” non sembra esserci soluzione di continuità tra le due cose. Lo conferma Igor Princic: “Stiamo vendendo queste bottiglie di vino con cui finanzieremo il film; con i guadagni del film compreremo una vigna con cui faremo il vino per fare il nostro prossimo film…”