“Artisticamente l’Europa è arrivata alla maturità. I produttori conoscono bene il mercato internazionale e gli americani conoscono loro e apprezzano quanto fanno”.
Parola di Marc Vandeweyer, direttore di Cartoon, associazione no profit basata a Bruxelles che con il sostegno del Programma Media ha creato nel 1988 Cartoon Forum e in seguito numerose altre manifestazioni come Cartoon Movie, Cartoon Connection e i vari Cartoon Masters, che hanno tenuto per mano i primi passi dell’animazione europea e continuano oggi a sostenerla nella ricerca di nuovi mercati. Quanto all’internazionalizzazione il discorso è però più complesso. “Buona parte del merito di essere presente sui mercati esteri è dei diffusori – continua Vandeweyer – ma spesso i broadcaster non osano, vanno sul classico e non sperimentano nuovi programmi. La Rai ad esempio, che sostiene progetti come “Gaia”, e France Télévisions, che ha creato spazi anche per l’animazione per adulti, stanno facendo un ottimo lavoro.
Luca Milano (vice direttore Rai Fiction e responsabile del settore animazione, ndr) sta cambiando marcia e mentalità all’animazione italiana, studiando anche quanto fa France Télévisions. Senza dimenticare che c’è anche un pubblico più aperto all’animazione. Dal lato produttori indipendenti però, spesso si sbagliano i target. Gli europei ancora non sanno bene a chi indirizzare i propri prodotti. Quando iscrivono i loro progetti al Cartoon Forum, c’è chi dichiara per uno stesso progetto target da 4 a 12 anni! Questo non è possibile. Spesso li consigliamo di scegliere un range di età più corto. Gli americani invece sanno benissimo a chi indirizzare i programmi. Senza considerare che spesso la grafica scelta non concorda con il target, altro grave errore”.
Appuntamenti come Cartoon Forum servono allora anche per riportare la barra al centro. “Bisogna accettare i consigli – esorta Vandeweyer – altrimenti si rischia di lavorare anni e poi fermarsi perché tutto quel lavoro non porta a nulla”.
Quanto agli italiani, secondo il direttore di Cartoon “sono usciti da uno stile classico che non funziona più, e questo è un bene. Da qualche anno hanno cambiato lo stile grafico e oggi non è più possibile dire a prima vista se si tratta di un progetto italiano o di un’altra nazionalità. C’è una nuova generazione di produttori che emerge, ed è interessante quello che sta succedendo in Italia nel settore.
Il progetto dello scorso anno della Graphilm, “Bum Bum” ad esempio, era molto interessante, una storia molto originale. Quest’anno abbiamo ricevuto dall’Italia 10 progetti per la selezione, 5 di questi sono passati senza alcuna esitazione”.
Tutto bene dunque? “Il mercato è difficile proprio perché di progetti di qualità ce ne sono tanti e la competizione è più dura di prima anche perché i finanziamenti diminuiscono”.
Oltre a portare alle manifestazioni di Cartoon americani, canadesi e asiatici – in un paio di anni sono stati siglati o sono in corso di negoziazione con questi partner extraeuropei 44 progetti grazie a Cartoon – Vandeweyer punta su nuove forme di narrazione, ovvero nuove piattaforme.
“Ma occorrono produttori che conoscono le nuove tecnologie”, avverte. E’ per questo che è recentemente nato Cartoon 360, un nuovo appuntamento nell’ambito dei Cartoon Masters che permette di sviluppare veri progetti cross mediali con il consiglio di 25 esperti in multimedia, evoluzione 2.0 del Cartoon Forum e Cartoon Movie. “E’ un buon momento per immettersi in questo mercato”, assicura.