Era una persona squisita e divertente Carlo Bixio, intelligente e acuta. Grande affabulatore ma anche ascoltatore paziente, acuto e disincantato osservatore della realtà produttiva televisiva italiana (dal 1993 al 2003 è Vice Presidente dell’Associazione Produttori Televisivi e ancora lo sarà dal 2005).
Con la sua Publispei aveva attraversato alcune stagioni irripetibili dello spettacolo televisivo italiano, dai Sanremo ruggenti degli anni 80 all’esplosione delle fiction in Tv, di cui aveva prodotto alcuni dei maggiori successi seriali: “Un medico in famiglia”, “I Cesaroni”, “Tutti pazzi per amore”, “Lo zio d’America”. Era.
Perché Carlo Bixio, a soli 69 anni, è morto improvvisamente l’ultimo giorno dello scorso febbraio.
Era in visita nella sua Milano, dove veniva sempre volentieri, anche se era ormai romano da anni. Bisnipote del celebre generale garibaldino, figlio di Cesare, con “Parlami d’amore Mariù” uno padri della canzone all’italiana.
Proveniva da una famiglia di tradizioni musicali e anche lui all’inizio dell’attività si era mosso in quell’ambito: le Edizioni Musicali Bixio, l’impresa di famiglia.
Inquieto e curioso, lasciò per gestire un teatro. Si avvicinò al cinema producendo alcuni tra i migliori musicisti italiani degli anni 60-70, autori di celebri colonne sonore per i nostri maggiori registi.
E’ quest’attività che lo avvicina alla produzione: negli anni 70 sono suoi film come “Djamballa” e “Metti una sera a cena”.
Attraverso Sanremo e l’amicizia con Pippo Baudo, invece, si avvicina al mondo della televisione e inizia a produre programmi: “Un disco per l’estate”, “Gran Premio”, “Numero Uno”.
E infine, l’ultima scoperta e grande passione, la fiction.