
La cosa più bella vista al Mipcom di Cannes è “Human”, l’impresa multipiattaforma di Yann Arthus-Bertrand, fotografo, regista e presidente della Good Planet Foundation. Alla fine della proiezione della versione televisva del progetto (ne esiste anche una cinematografica e tre film web) le persone aspettavano per abbracciarlo, in lacrime.
“Sono solo uno su 7 miliardi, e per 14 anni ho fatto foto per cercare di capire questo pianeta”, – ha detto Arthus-Bertrand. Poi, oltre alle foto, si è messo a fare domande, a più di 2000 persone in 65 paesi, con uno staff di 16 giornalisti. 2000 persone che per la prima volta raccontano la loro storia.
Cosa vorrei cambiare della mia vita oggi? Cos’è la felicità? Cosa significa essere un essere umano oggi?
Potrebbe venire in mente l’esperimento di Kevin McDonald “Life in a Day”, poi ripreso in vari paesi, in Italia da Salvatores con “Italy in a Day”. Ma il paragone non regge. In “Human” i ritratti umani (e fotografici) danno i brividi, fanno quello che l’arte deve fare, co-(m)muovere. Nell’esperimento di Youtube sono i cittadini che mandano i loro contributi, e anche se la firma del regista sta nel montaggio finale, si è ben lontani da questa fortissima visione autoriale. Che è anche un’affermazione politica e sociale.
In Francia il film (prodotto dalla Bettencourt Schueller Foundation, Good Planet Foundation con Google e France 2 come Media Partners) è stato proiettato contemporanemente nei cinema, nelle tv e su Internet (dove si può vedere gratuitamente). “Circa 500 cinema l’hanno proiettato e le cittadine sprovviste di una sala possono scriverci una mail, e noi gli mandiamo il blue ray per organizzare le proiezioni.”
E’ in corso una trattativa per organizzare un evento simile anche in Italia, c’è già un distributore interessato. In attesa di questo, buttatevi su Youtube!
QUESTA E’ LA PRIMA INTERVISTA CHE SI VEDE NEL FILM
Fabrice Puchault, Direttore del Dipartimento Documentari di France 2 ha detto:
“Non credo onestamente che il mondo si possa cambiare. Ma ci piacerebbe farlo, per questo continuiamo. Forse dopo “Human” cambierà il modo in cui la gente guarda ai rifugiati, ai migranti, ad esempio”.
Credo che questa sia un’utopia, ma in certi momenti del film, la speranza viene.