direttore Paolo Di Maira

CANNES 3/Michel Petrucciani

di Chiara Gelato


E’ anche italiano il film più europeo di Cannes 64: diretto da un regista inglese, prodotto da Francia, Germania e Italia con il contributo di Eurimages e MEDIA.
Dietro a “Michel Petrucciani” di Michael Radford “” questo il titolo del docufilm selezionato tra gli Eventi speciali fuori concorso che vedremo quest’anno sulla Croisette “” ci sono infatti la francese Les Film D’Ici, la tedesca Looks Film e l’italiana Partner Media Investment di Andrea Stucovitz, giovane produttore e distributore cinematografico (suoi “ADHD Rush Hour” di Stella Savino e “Ju Tarramutu” di Paolo Pisanelli) con un passato nella distribuzione televisiva indipendente.
Un film dalla lunga genesi e dal complesso piano finanziario, che ha goduto del sostegno del MiBAC, del Ministero francese, del Medienboard tedesco, del Media Programme dell’Unione Europea e di Eurimages: un importante esempio di coesistenza di fondi pubblici statali ed europei a sostegno di un cinema di qualità .

Racconta Andrea Stucovitz: “Ho conosciuto Serge Lalou, produttore di Les Film D’Ici, due anni fa a La Rochelle, in occasione del Sunny Side of the Doc, tra i più importanti mercati internazionali del documentario a livello europeo, e subito sono rimasto intrigato da questo progetto affascinante, inseguito per dieci lunghi anni da Serge prima di riuscire a realizzarlo.
Allora gli ho fatto la mia proposta, dandogli un appuntamento da lì a quattro mesi.
E intanto ho lavorato per trovare i soldi”.


Italiano al 24%, “Michel Petrucciani” è costato un milione e mezzo di euro.
Per realizzare il suo progetto sul noto pianista e compositore jazz nato in Francia, ma con sangue italiano nelle vene, l’inglese Michael Radford – regista de “Il postino” e “Il mercante di Venezia” – “ha passato mesi ad “inseguire” la vita di quel piccolo geniale musicista affetto dalla nascita dalla malattia genetica osteogenesi imperfetta che lo portò ad una morte prematura, incontrando tutte le persone che hanno avuto modo di conoscerlo più intimamente o che hanno lavorato con lui: i musicisti con cui ha collaborato, come tutte le sue donne.
La sua è stata una vita molto intensa, seppur breve.
Ne è venuto fuori un toccante racconto alla scoperta dell’uomo Petrucciani oltre che dell’artista, di colui che ha riportato sulle scene del jazz un grande come Charles Lloyd, sassofonista e compositore americano.
La forza del documentario sta in questo, nel suo coraggio oltre che nella sua musica. E poi abbiamo avuto la fortuna di accedere al patrimonio fotografico della famiglia, potendo disporre di immagini esclusive dell’infanzia di Michel e della sua vita privata, di super 8 e di altri materiali inediti”.


A distribuire in Italia “Michel Petrucciani” “” che da noi uscirà  con il titolo “Michel Petrucciani “” Body and Soul” “” sarà  la stessa Partner Media Investment di Andrea Stucovitz e Lucia Lo Russo.
“Il film esce il 22 giugno in varie città  italiane, in circa 15 copie.

In Germania la distribuzione è affidata alla Polyband, in Francia alla Happiness Distribution, mentre le vendite estere sono targate Wild Bunch. Arte Cinéma, che lo ha coprodotto, ne ha poi preacquistato i diritti d’antenna”.

In casa PMI (membro dell’A.G.P.C. “” Associazione Giovani Produttori Cinematografici), intanto, si pensa già  ai nuovi progetti: “Stiamo sviluppando un film per il cinema e la televisione con l’Ungheria e la Russia sulla scomparsa di Ettore Majorana ed una commedia in coproduzione con Israele scritta da Ishai Ravid, che ho avuto modo di conoscere in occasione di un workshop organizzato dall’Apulia Film Commission.
Il produttore indipendente non ha vita facile oggi in Italia e la via della coproduzione è una delle strade possibili perché si dividono le responsabilità , garantendo in partenza la visibilità  in più Paesi.
La partecipazione ai mercati e ai festival internazionali serve proprio a creare delle connessioni, in particolare per i produttori di documentari. Certo è che i progetti devono avere un’aderenza ai territori che li producono. E “Michel Petrucciani” non poteva che essere prodotto anche dall’Italia”.

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