direttore Paolo Di Maira

CANNES 1/L’Italia facile

Il nostro Paese si presenta al Mipcom di quest’anno con una “cassetta degli attrezzi” più efficace e robusta che le consente di competere (quasi) ad armi pari con gli altri Paesi europei.
Il sistema di offerta degli strumenti a disposizione dei produttori stranieri intenzionati a girare sui nostri territori a condizioni di vantaggio si è recentemente arricchito grazie all’estensione del tax credit all’intera filiera audiovisiva includendo – accanto ai film per la sala – le opere destinate alla televisione e al web, siano esse di fiction, di animazione o documentari.
Agevolazioni rivolte anche ai produttori esecutivi che stringono accordi con società internazionali intenzionate a localizzare una parte delle loro lavorazioni estere in terra italica.
Il plafond per questo tipo di sostegno è stato raddoppiato passando da 5 a 10 milioni di euro, aumentando l’appeal delle nostre location con benefici anche sull’immagine del nostro Paese all’estero, nell’anno dell’Oscar per “La Grande Bellezza”.
L’apposizione di tale limite in relazione non più all’opera filmica, bensì all’impresa di produzione esecutiva sta generando effetti positivi in termini di attrattività e competitività del nostro Paese con riguardo alle produzioni cinematografiche internazionali, rendendo conveniente per un maggior numero di operatori stranieri (in particolare quelli operanti negli Stati Uniti d’America) venire a girare sul territorio nazionale film o parti di film che, per sceneggiatura, prevedano l’ambientazione in Italia.
Tra l’altro, con questa impostazione si è rimediato all’effetto irragionevole determinato dalla norma precedente, che nel limitare il cap con riferimento all’opera cinematografica, scoraggiava i film con budget più elevati. Una significativa correzione di rotta che ha innescato un meccanismo virtuoso consentendo a più imprese italiane di collaborare su un’unica grande produzione.

Il numero crescente di progetti internazionali che stanno approdando a Cinecittà, dopo anni di crisi testimonia il rinnovato interesse per il nostro Paese grazie ai nuovi incentivi.
Nel dettaglio il credito di imposta spetta nel caso di realizzazione sul territorio italiano di film  o parti di film “stranieri” (ovvero non riconosciuti di nazionalità italiana) su commissione di produzioni estere, con valorizzazione del territorio stesso.
Il beneficio è pari al 25% del costo di produzione della singola opera e le spese di produzione, effettuate sul territorio italiano non devono eccedere il 60% del budget complessivo.
Per una panoramica dell’intervento pubblico abbiamo interpellato Maria Giuseppina Troccoli, Dirigente del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo responsabile del settore produzione e distribuzione.
“A livello nazionale centrale i finanziamenti al cinema sono gestiti dalla Direzione Generale Cinema del Ministero che destina alla produzione di opere nazionali (anche in coproduzione con partner esteri) circa 100 milioni di euro (dati riferiti al 2013). Sono disponibili sostegni diretti (40 milioni) e indiretti sotto forma di agevolazioni fiscali (60 milioni), da quest’anno anche a favore della fiction e delle opere web native. Tra i sostegni diretti sono previsti schemi selettivi, rivolti alle opere cinematografiche che ottengono il riconoscimento di Interesse Culturale. I sostegni indiretti sono automatici e consistono in diverse forme di tax credit a favore di opere che superano il test di eleggibilità culturale. Ne sono beneficiari i produttori e distributori nazionali, le aziende esterne al comparto e i produttori esecutivi e le imprese di post-produzione (industrie tecniche)”.
“Una novità significativa – prosegue la Troccoli – è che dal 2013 il tax credit è stato reso permanente con un fondo stabile di 115 milioni di euro per l’intero settore audiovisivo. Tale provvedimento in anni di spending review rappresenta un forte segnale da parte del governo della rilevanza strategica assegnata ad un settore che – se ben regolato – può fare da catalizzatore di nuovi e più cospicui investimenti internazionali fornendo agli operatori internazionali quegli elementi di stabilità e certezza delle risorse di cui hanno un gran bisogno”.

Per orientarsi tra i vari strumenti disponibili sia a livello nazionale che regionale, la Dg Cinema del Ministero in collaborazione con l’Associazione Italian Film Commissions sta mettendo a punto un nuovo strumento “La Bussola del Cinema – Come girare film in Italia” per favorire e facilitare l’accesso ai numerosi e variegati strumenti di sostegno al cinema e all’audiovisivo offerti dall’Italia alle società di produzione italiane e straniere.
Della utilità di tale strumento è convinta la Troccoli che ha fortemente voluto dar vita a questo “hub” avviando una politica di maggiore concertazione con i territori allo scopo di ottimizzare le risorse (l’intento è quello di una standardizzazione condivisa degli schemi di accesso ed erogazione) e di potenziare la comunicazione e la promozione degli incentivi a favore degli operatori del settore soprattutto in chiave internazionale.
“La Bussola del Cinema si pone come una guida completa a servizi e strumenti di sostegno pubblico alla produzione e distribuzione di film offerti dallo Stato e dalle Regioni italiane. Stiamo costruendo una mappa di facile utilizzo per scegliere le opportunità che più si adattano alla società e al film che si intende realizzare in Italia.

In merito al “sistema Italia” e al processo in atto di rafforzamento dei rapporti tra Stato centrale e territori nell’ottica di una maggiore complementarietà degli interventi di sostegno alle imprese del settore, abbiamo voluto sentire la voce delle Film Commission nella persona di Stefania Ippoliti, Presidente di Italian Film Commissions:
“Il sistema Italia sta, secondo noi, finalmente passando dalla modalità “genio e sregolatezza” a quella di un paese con un’industria dell’audiovisivo professionale, organizzata ed efficiente. Le potenzialità sono enormi se riusciamo a sostituire la sregolatezza con l’affidabilità, perché il nodo da sciogliere è questo.
Lo Stato centrale deve essere vissuto come un alleato, non come un nemico da battere e questo ha cominciato a realizzarsi; certamente nel nostro settore è così, ci si confronta con persone a cui sta a cuore il lavoro che fanno e questo produce frutti fino a qualche anno fa inaspettati. La Bussola ne è un esempio concreto, è la rappresentazione di cosa si ottiene con il lavorare davvero insieme senza pregiudizi”.

Alla Ippoliti abbiamo chiesto di indicare i 3 principali obiettivi nell’agenda IFC nel prossimo biennio per favorire l’attrazione degli investimenti e rafforzare la promozione dell’offerta. “Un obiettivo è realizzare una campagna di advertising su prestigiose testate internazionali online, non di cinema ma di finanza, per comunicare che l’Italia dell’audiovisivo è un settore nel quale investire, per la bellezza delle location, la competenza di tutte le professionalità, i benefici fiscali e le agevolazioni che Stato e Regioni mettono in campo e perché è un punto in più di appeal avere come set l’Italia per le vendite internazionali. Secondo bersaglio è mettere a punto un calendario di festival internazionali ai quali partecipiamo come “Italia del Cinema” (dico cinema e intendo audiovisivo) quindi tutti i players del settore coesi, ben organizzati; una macchina da guerra insomma. Infine, avere una Film Commission in ogni Regione, colmando i pochi vuoti che sono rimasti”.

Al Presidente di IFC abbiamo infine domandato quali iniziative sono previste al Mipcom e con quali strumenti e finalità. “Al Mipcom, ci presenteremo per comunicare che lavorare con l’Italia, per i produttori e i broadcaster televisivi, è interessante e semplice anche grazie alle Film Commission: una rete capillare di esperti del settore che possono essere un’ottima guida per orientarsi e trovare le migliori condizioni per realizzare i propri progetti produttivi; gli strumenti sono il formidabile Tax Credit dello Stato, i fondi messi a disposizione da molti Enti Locali, le location, i servizi e le professionalità eccellenti”.

 

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