Altro progetto in cui era convolto Davide Beccu, questa volta nel ruolo di direttore di produzione era il film “Noir” di Michele Salimbeni, un film a episodi, da girare fra Parigi Los Angeles, Roma e la Sardegna, dove il set era programmato per le prime due settimane di aprile.
“Per “Noir” la location principale era una bellissima villa di fine 800 in un giardino botanico circondato da una foresta primaria, un luogo isolato dove avevamo fatto sopralluoghi tecnici con le maestranze. Il direttore di fotografia lituano, che ancora poteva raggiungerci in aereo, ha deciso di non farlo perché rischiava di tornare a casa e andare in quarantena.”
Nel film sono coinvolte anche due giovanissime attrici che vengono dall’ Olanda e dal Belgio: “altro problema per le coproduzioni è lo sfasamento temporale della pandemia per cui ogni paese ha tempi diversi per la ripresa.”
Prima che il virus diventasse pandemia stavamo pensando di spostare tutto alle prime due settimane di ottobre. Adesso c’è il punto interrogativo: “c’è da dire che, fra le varie produzioni, questa ha una location che si presterebbe abbastanza bene alla ripresa, perché appunto si trova in un bosco, un luogo molto vasto e isolato, anche se alcune scene sono da girare all’interno.” Precisa Beccu.
Interessante da questo punto di vista anche la richiesta, ricevuta da Beccu durante il lockdown, di un location proposal per lo spot della nuova Mercedes: “cercavano in tutto il mondo una location senza nessuna traccia di civiltà.”
Anche la Basilicata si presta a questo tipo di produzioni, “grazie al suo paesaggio desertico poco inquinato, con un cielo riflettente, che è piuttosto richiesto per le pubblicità delle auto che richiedono luoghi aperti, dice Giuseppe Melillo.
Sempre in Basilicata, a settembre, erano in programma le riprese della seconda stagione di “Imma Tataranni”, prodotta da ITV Movie e Rai Fiction, per la quale sia Melillo che Campagna erano responsabili del location scouting.
“A febbraio abbiamo fatto un giro con sceneggiatori e regista per far veder loro i luoghi a cui adattare la sceneggiatura: alla scrittura si sono dedicati poi durante il lockdown.
Resta da vedere se si troverà il modo di girare a settembre, e quindi di partire con lo scouting vero e proprio fra giugno e luglio: fare i tamponi a tutti coloro che arrivano da Roma potrebbe essere una soluzione, visto anche che la nostra è una delle regioni italiane meno colpite”, osserva Campagna. Anche se, aggiunge Melillo “oltre alla pandemia c’è una situazione politica ingarbugliata, con la film commission depotenziata dalla giunta regionale, che non ha rinnovato i contratti non solo del CDA, ma anche dei collaboratori amministrativi, c’è quindi un ufficio con cui nessuno riesce a dialogare”
La Sicilia è un’altra delle regioni meno colpite in assoluto da virus:
“Il Covid19 in Sicilia ha avuto effetti meno drammatici che altrove per cui spererei che la regione possa essere presto attrattiva come luogo “Virus free”. Per i prossimi mesi, in cui probabilmente ci saranno delle difficoltà a viaggiare o spostarsi tra regioni, penso sarebbe anche auspicabile approfittare delle professionalità tecnico/artistiche presenti in loco e magari pensare a dei set interamente formati da professionisti siciliani che lavorino in “remoto” su indicazione del cliente/committente.” Si augura Chiara Scardamaglia.
Cambiare locations, in certa misura, significa anche cambiare le storie che si scrivono. E in alcuni casi anche con esiti positivi. Lo sostiene Ezio Landini, location scout ma soprattutto produttore esecutivo ligure, che sta riscrivendo il suo nuovo film sostenuto da Regione Liguria: “pensiamo di aver trovato una soluzione più economica e pure più creativa. L’esempio ‘alto’ può essere quello di “Dogville” di Lars von Trier, dove tutto il mondo era semplicemente disegnato. E’ un’occasione per riportare la fantasia al potere.”
Hanno rimesso mano alle sceneggiature di “Coliandro” anche i fratelli Manetti, come ci racconta Isabella Aldrovandi, location manager e direttore di produzione che lavora sempre con loro: “I Manetti sono bravi a rimaneggiare le sceneggiature, inoltre il poliziesco è un genere che si presta in questo senso: non è che richieda tanti assembramenti, sono storie notturne, dove magari il protagonista è un ladro. Se tutto va bene quindi la produzione partirà”.
E’ ottimista la Aldrovandi: “molte locations le ho già individuate, ci lavoravo in contemporanea con il “Mostro della Cripta” (prodotto dalla Mompracem dei Manetti), il cui set abbiamo dovuto interrompere il 9 marzo, e già allora eravamo già attrezzati con mascherini, guanti, e mini troupe. Con tutta probabilità gireremo a luglio: si tratta prevalentemente di locations in esterni, fra cui le cave di Brisighella, che sono gigantesche, tanto che il distanziamento è quasi obbligato. C’è poi la casa di uno dei protagonisti che è però un enorme casolare di campagna, per cui credo che si potrà filmare agilmente.”
Anche la pugliese Dinamo Film ha in cantiere alcuni film che sulla carta sembrano piuttosto adeguati alla ripresa in sicurezza:
“Per una delle tre produzioni esecutive che stavamo seguendo prima del lockdown, era prevista una sola location, una stazione, e tre attori, di cui uno aveva una sola posa, ci dicono la location scout Luigia Marino e Lello Petrone.
Prodotto invece proprio da Dinamo è il film “La Classe”, anch’esso da girare in un’unica location: una scuola. “Il problema è che noi qui in Puglia utilizziamo spazi veri, quindi dobbiamo calcolare la dimensione degli interni, e temo che ce ne chiederanno di enormi, il che implicherà forse cambiare tutta la storia, partendo dalla scrittura.” Riflette Marino.
Certamente l’ambito è quello della sperimentazione: “ se ciò che faremo è giusto o no lo scopriremo solo quando gireremo, e eventualmente dovremmo aggiustarci in corsa, sia dal punto di vista della programmazione della produzione, sia da quello della messa in sicurezza. Credo che sia l’unico modo di verificare se i decreti sono validi o no.” Aggiunge Petrone.
Se è plausibile che si affermeranno nuove storie, assieme alle diverse modalità di realizzarle, altrettanto credibile è che molti vecchi progetti, anche già avviati, restino abbandonati a sé stessi, come fa notare Giorgio Vigna, location scout che lavora in Valle D’Aosta:
“Poniamo che una produzione (non di un blockbuster o di una serialità già di successo ma di un prodotto nuovo) sia stata bloccata a pochi giorni da inizio riprese, quando i set ripartiranno avrà davvero senso, e ci sarà budget per ricominciare quasi daccapo parte della preparazione e affrontare tante settimane di riprese? Forse molti progetti appena partiti e in partenza saranno valutati come sacrificabili, e i contratti degli attori virati su altri progetti nuovi.”