di Chiara Gelato
Se il Festival di Roma, a detta del direttore artistico Piera Detassis, ringiovanisce per età media degli autori, numero di esordi e di opere seconde, la Business Street cresce in esperienza e credibilità , entrando a pieno titolo nel network internazionale per la compravendita di prodotti audiovisivi che annovera gli appuntamenti di Cannes, Berlino e Los Angeles.
Ne è certo il direttore del Mercato Internazionale del Film di Roma Roberto Cicutto, da sempre promotore di una filosofia che vede nell’alleanza fra mercati un’opportunità per il potenziamento dei servizi, e che sottolinea oggi lo sviluppo esponenziale, in controtendenza con la crisi corrente, di un’iniziativa che è ormai divenuta “una tappa necessaria”.
“Il nostro mercato può essere considerato una perla rara nel panorama italiano, perché è l’unico esempio in cui privati, pubblico ed operatori del settore collaborano nello sforzo di creare un volano per l’industria, senza dimenticare l’aspetto artistico.
E poi abbiamo un vantaggio: siamo più giovani degli altri mercati e forse abbiamo inventato di più.
I nostri fratelli maggiori hanno capito che la formazione di un circuito mondiale giova a tutti e che ogni competizione in questo senso è del tutto sterile.
Le trattative intraprese a Cannes o a Berlino hanno adesso anche la cornice di Via Veneto per essere portate avanti, mentre altre avranno la possibilità di nascere a Roma e proseguire poco dopo a Los Angeles durante l’AFM”.
Ma lo slittamento delle date del Festival di Roma e la distanza sempre più ravvicinata tra Business Street – che quest’anno si chiude il 1° novembre “” ed American Film Market, in apertura il 3 novembre, qualche problema l’ha creato, influendo in parte sull’affluenza degli operatori:
“Le società più grandi, che normalmente inviavano due venditori a Roma, ne hanno confermato solo uno, mentre chi viene da lontano ha dovuto in certi casi scegliere tra i due appuntamenti.
La collocazione tra Mipcom ed AFM funziona, ma l’ideale sarebbe tornare alle date degli inizi, intorno alla metà di ottobre”.
Alla formula ormai consolidata del Mercato, che mantiene la Fabbrica dei progetti (29, quest’anno, i selezionati, provenienti da 16 Paesi) e il Prix Eurimages al Miglior Produttore Europeo a fianco della fitta rete di workshop, convegni internazionali ed incontri fra professionisti, si aggiungono quest’anno l’Eurimages Development Award, assegnato al miglior progetto di coproduzione, e la prima edizione di Industry Books, la sezione dedicata al confronto tra editori e produttori cine-televisivi su una selezione di romanzi italiani ed europei (all’iniziativa Cinema & Video International dedica un Quaderno speciale), “un mercato nel mercato che si presenta come un’opportunità importante e nuova per gli operatori del settore.
Un tema, quello della trasposizione di libri per il grande schermo, che mi appartiene, visto che il mio più grande successo da produttore è stato “La leggenda del santo bevitore”.
Confermati anche gli Italian Screenings al cinema Quattro Fontane, con 28 proiezioni di anteprime italiane per una platea di compratori internazionali.
Quest’anno poi, dopo gli incontri con i francesi ed i tedeschi della passata edizione, l’Italia si confronterà con gli operatori inglesi per ragionare su come migliorare i sistemi di incentivazione al cinema: “Modificare le regole sulla co-produzione attraverso l’iter legislativo è lungo e complicato, per cui l’idea è quella di mettere in cantiere una sorta di protocollo d’intesa fra i due Paesi che, senza intaccare le agevolazioni fiscali rispettive, possa agevolare lo sviluppo delle co-produzioni. A questo incontro prenderanno parte gli Enti preposti all’erogazione di finanziamenti pubblici, gli organismi di promozione e i produttori dei due Paesi”.