L’Ischia Film Festival, che ha tenuto la sua decima edizione lo scorso luglio, potrebbe rappresentare un miracolo, dal momento che è andato avanti nonostante il supporto degli enti pubblici sia minimo (è il caso del Mibac) se non addirittura inesistente (è il caso, quest’anno della Regione Campania e del Comune di Ischia).
Ma siccome i miracoli non esistono- nemmeno in Campania – deve la sua “permanenza” all’originalità dell’idea (un festival cinematografico dove protagoniste sono le location), al supporto degli imprenditori turistici locali, alla forte dose di volontarismo, e alla simpatia di grandi personaggi del cinema internazionale che ne hanno valorizzato l’immagine.
Un nome per tutti, che ci piace ricordare ad un mese dal- la sua scomparsa, è il tre volte premio Oscar Carlo Rambaldi. “Aveva sostenuto per primo l’idea di realizzare un festival cinematografico ad Ischia”, ricorda l’ideatore e direttore della manifestazione, Michelangelo Messina: “Mi diede il suo sostegno sin dall’inizio, accettando di essere il primo presidente di giuria nel 2003 e continuando a frequentare il festival negli anni successivi fino a diventarne membro del comitato d’onore permanente.”
Michelangelo Messina è molto soddisfatto di come è andato il Festival, quest’anno arricchitosi di una sezione dedicata alla “location sociale”, ospitando film come “Diaz”, “L’indu- striale” ,“Maternity Blues”.
Non è soddisfatto, invece, della BILC (Borsa Internazionale della Location e del Cineturismo), quella parte del Festival dedicata all’incontro tra territorio e le produzioni audiovisive, che non è potuta decollare per la mancanza del necessario supporto degli enti locali (“un paradosso – dice – dal momento che l’iniziativa è finalizzata proprio allo sviluppo del territorio”).
Il direttore di Ischia Film Festival rivendica il primato di un’idea, il cineturismo, che il suo territorio non ha saputo mettere a frutto con adeguati investimenti, e sta meditando di “esportare” la BILC (ma non il festival), verso lidi più ricettivi.
Messina, che ha coniato il termine cineturismo (un marchio registrato, e di cui l’associazione che gestisce il Festival è proprietaria), avverte che occorre un cambio di passo: “ In questi dieci anni molti si sono appropriati del termine cineturismo, spesso a sproposito, ignorando che si tratta di un fenomeno complesso, non spontaneo, che va saputo gestire con risorse adeguate sia economiche che professionali. Naturalmente non mi sono mai opposto a questo ‘uso’, perché comunque ha contribuito alla sua promozione e veicolazione. Tuttavia- continua Messina, che può vantare anche l’istituzione di corsi di formazione ad hoc – è giunto il momento di creare un tavolo di concertazione tra rappresentanti delle istituzioni e operatori che per specialità e competenze hanno titolo ad occuparsi di cineturismo”.
L’obiettivo, spiega Messina, non è organizzare qualche convegno in più, ma “attivare concretamente questo circolo virtuoso fatto di cinema, turismo e sviluppo del territorio” .
Nell’attesa che si creino le condizioni per un’efficace cambiamento di rotta, merita sottolineare la credibilità di cui Ischia Film Festival gode all’interno dei produttori esecutivi associati all’APE, anche quest’anno concretizzatasi con il Foreign Award, premio che valorizza le produzioni cine-televisive internazionali che scelgono di girare in Italia: ex aequo alla serie tv “Borgia”, frutto dell’incontro tra il produttore della serie Michael Schwartz ed Enzo Sisti, produttore esecutivo dalla EOS, e a “Hotaru no Hikari”, altra serie tv realizzata grazie alla collaborazione della Hotarunohikari Film con la Tea Time Film del produttore Marcantonio Borghese.
Il Premio Plinius è andato alla produzione esecutiva Cineroma per il lavoro di attrazione del cinema straniero in Italia svolto negli ultimi anni con produzioni quali: “The Tourist” e “To Rome with Love”.
Per quanto concerne il concorso, invece, il primo premio per la sezione Documentari è andato a “Le Bonheur” di Laurent Hasse, storia di un uomo che percorre a piedi la sua Francia alla ricerca della felicità, mentre per la sezione Miglior Cortometraggio è stato premiato “Oro- verde” di Pierluigi Ferrandini, ambientato in Puglia. Il corto “Dashnamoure”, sull’Armenia devastata dal terremoto, è stato premiato per la sezione “Location negata”.