direttore Paolo Di Maira

BERLINALE/Orso d’Oro a Taxi

Jafar Panahi alla guida del suo “Taxi” per le strade di Teheran conquista l’Orso d’Oro della 65esima Berlinale, e anche il premio della Giuria Fipresci.
L’Orso d’Argento va al molto acclamato  “El Club” del cileno Pablo Larrain, mentre l’Orso d’Argento-Alfred Bauer Prize, ad un  film che apre nuove prospettive, se lo aggiudica il guatemalteco Jayro Baustamante, con la sua opera prima “Ixcanul”.
E sono molti i premi ai ‘giovani’: oltre a Larrain e Baustamante, il rumeno Radu Jude, miglior regista per “Aferim”, ex equo con la polacca Malgorzata Szumowska per “Body”.

Altro ex equo è quello dell’Orso d’Argento per l’eccezionale contributo artistico a Sturla Brandth Grøvlen per la camera in “Victoria” e a Evgeniy Privin and Sergey Mikhalchuk per la camera in “Pod electricheskimi oblakami” (Under electric clouds)
Migliore attore e attrice sono Charlotte Rampling e Tom Courtenay, protagonisti di “45 years”, mentre a Patricio Guzman va l’Orso d’Argento alla migliore sceneggiatura per “El Boton de Nacar”, che conquista anche il premio della Giuria Ecumenica.

Anche l’Italia conquista un premio: quello della Giuria Fipresci che va a “il Gesto delle Mani” di Francesco Clerici, presentato in Forum.

Gli altri premi della Giuria Ecumenica vanno a “Ned Rifle” di Hal Hartley (Panorama) e a “Histoire de Judas” di Rabah Ameur-Zaïmeche (Forum).  Il vincitore di Panorama per la Giuria Fipresci è “Paridan az Ertefa Kam”  (A Minor Leap Down) di Hamed Rajabi. La miglior opera prima è la messicana “600 Millas” di Gabriel Ripstein.

I film di Baustamante e di Guzman sono stati realizzati anche con il sostegno di CineRegio, l’associazione non profit che riunisce 43 fondi regionali in 14 paesi europei per un totale di 168 milioni di euro di fondi. Quest’anno erano 25 i film presentati al Festival (6 in concorso) e sostenuti da CineRegio, i cui membri si sono dati appuntamento alla Berlinale per ribadire l’importanza dell’impegno nella difesa dell’identità europea e nella salvaguardia dell’eccezione culturale:

“Non ha senso anteporre gli interessi delle multinazionali statunitense a quelli di un’Europa (e cittadini europei) diversa: senza l’eccezione culturale non può esistere un settore cinematografico europeo.” ha dichiarato Charlotte Appelgren, segretario generale di Cineregio.

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