Orso d’Oro a “On Body and Soul” di Ildikó Enyedi: è questo il vincitore della 67esima Berlinale, che si è conclusa sabato 18 febbraio. Una storia d’amore in un mattatoio fra due anime sole che ogni notte fanno sogni identici. La crudezza e la poeticità dell’esistenza raccontate con un sapiente sguardo cinematografico, non privo di raffinata ironia. Il film ungherese non convince solo la giuria internazionale, guidata da Paul Verhoven, ma conquista anche il Premio della Giuria Ecumenica, quello della Giuria Fipresci, e quello della giuria dei lettori del Berliner Morgenpost.
Aki Kaurismäki è il miglior regista con “The Other side of Hope”, L’Orso d’Argento -Gran Premio della Giuria va invece a “Felcitè” di Alain Gomes (Francia, Senegal), uno dei partecipanti a Final Cut in Venice, il progetto che dal 2013 sostiene la postproduzione di film provenienti dai paesi africani e da Giordania, Iraq, Libano, Palestina e Siria , nell’ambito del Venice Production Bridge della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
La regista polacca Agnieszka Holland conquista invece l’Alfred Bauer Prize, la sudcoreana Kim Minhee è la migliore attrice (per “On the Beach at Night Alone” di Hong Sang-soo) e l’austriaco Georg Friedrich il migliore attore (per “Bright Nights” di Thomas Arslan).
Il premio per la miglior sceneggiatura è invece di Sebastián Lelio e Gonzalo Maza per l’intenso film cileno “Una Mujer fantastica” (che si aggiudica anche il Teddy Award e la Menzione Speciale della Giuria Ecumenica), mentre l’Orso d’Argento al miglior contributo artistico è andato a Dana Bunescu per il montaggio di “Ana, mon amour”di Călin Peter Netzer.
I Premi di Panorama (assegnati dal pubblico) vanno al lungometraggio di fiction “Insyriated”di Philippe Van Leeuw (che vince anche il Label Europa Cinemas) e al documentario “I Am Not Your Negro” su James Baldwin e i suoi tre amici assassinati, gli attivisti per i diritti civili Medgar Evers, Martin Luther King, e Malcolm X , che ha ottenuto anche la Menzione Speciale della Giuria Ecumenica ed è anche nominato agli Oscar come miglior documentario.
Pur in un’edizione dove l’Italia era pressoché assente, un riconoscimento è arrivato anche il nostro paese, in particolare per l’Alto Adige e la helios sustainable films, la Menzione Speciale per “Amelie Rennt” di Tobias Wiemann, in gara in Generation Kplus. L’Italia è stata poi ‘premiata’ anche con l’Orso d’Oro alla carriera alla costumista torinese Milena Canonero,
Il nuovo Glashütte Original Documentary Award del valore di 50 mila euro va a “Ghost Hunting” del palestinese Raed Andoni, sulle prigioni israeliane.