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direttore Paolo Di Maira

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BERLINALE 2018/Di Madri in Figlia

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Si aprirà per la prima volta con un film di animazione la 68esima Berlinale, il prossimo 15 febbraio: l’anteprima mondiale di “Isle of Dogs”, un film che, secondo il direttore del Festival Dieter Kosslick, “catturerà il cuore del pubblico con lo charme di Wes Anderson”.

L’unico film italiano in concorso alla 68° Berlinale – dal 15 al 25 Febbraio – è “Figlia mia”, opera seconda di Laura Bispuri, prodotto da Vivo Film e Colorado Film con Rai Cinema, con il sostegno di Eurimages, del MiBACT, della Regione Sardegna e il supporto della Fondazione Sardegna Film Commission.
Un film veramente nelle corde delle Berlinale (dove la Bispuri era già stata in concorso con “Vergine Giurata” nel 2015, n.d.r.), come sottolinea Nevina Satta, responsabile di FSFC: “con un immaginario estremamente neorealista e visionario al tempo stesso. Un edificante coming of age, che ha rivelato anche un giovane talento sardo, Sara Casu, la co-protagonista, dotata di una grande presenza sullo schermo, che si fonde bene con la forza di Alba Rohrwacher e la capacità di adattamento di Valeria Golino.”

Una storia tutta al femminile – la storia di una bambina contesa da due madri – costruita sul territorio con un’accuratissima ricerca sulle location: “La nostra è una terra dalla grande forza matriarcale, per questo avevo invitato Laura Bispuri in Sardegna, dove lei ha passato molti mesi, incontrando molte comunità di donne, e immergendosi totalmente nel territorio, dal sud al centro, passando per la Barbagia, per poi scegliere di concentrarsi soprattutto nella realtà dei pescatori di Cabras.Una storia che si è poi sviluppata in maniera inaspettata, c’è stata una riscrittura radicale, grazie all’interazione fra un’idea registica forte e un territorio che ha suggerito moltissimo. Questo si è tradotto anche nell’inserimento nella storia di elementi locali, come il rodeo, o il lavoro sulle abitudini delle relazioni familiari, le abitazioni: grazie al rigore registico e alla preparazione di Laura, che ha voluto anche rivedere i dialoghi con un coach sardo, si è generata una bellissima dialettica con gli attori locali, provenienti dal teatro di ricerca e dal cinema realizzato nell’isola, ma anche con le molte persone del territorio che si sono affezionate al progetto.”

L’anno scorso la Bispuri era al Co-production Market della Berlinale, in cerca di co-produttori per il suo film, che quest’anno diventa un case study all’interno di un Green Talk ospitato dal mercato delle co-produzioni, di cui parlerà la sua produttrice, Marta Donzelli, che con Vivo Film ha deciso di applicare il protocollo Sardegna Green Film Shooting.

Altre tracce della presenza italiana si trovano nella sezione Panorama, con “La terra dell’abbastanza”, lungometraggio d’esordio di due giovani registi romani, i fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo, prodotto da Pepito Produzioni con Rai Cinema e il contributo del MiBACT e Regione Lazio, interpretato da Matteo Olivetti, Andrea Carpenzano, Milena Mancini, Max Tortora e Luca Zingaretti: la vita di due bravi ragazzi di periferia s’intreccia con vicende di mafia.
Co-produzione tra Italia (Asmara Film e Raicinema), Francia, Olanda e Messico è “Land”, scritto e diretto dall’iraniano Babak Jalali: storia incentrata su una famiglia di nativi americani del Nuovo Messico.
Un italiano anche in Generation Kplus: Gregorio Franchetti con il corto, di co—produzione con gli USA, “Cena d’aragoste”, interpretato da Marta Zoffoli e Matteo De Buono.

Infine, nella 12esima edizione di Culinary Cinema, la rassegna di cinema e cucina della Berlinale, sarà presentato il documentario “Lorello e Brunello” di Jacopo Quadri: un racconto della Maremma agricola prodotto da Vivo Film, Ubulibri e Rai Cinema.

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