La “guerra dei set” non si combatte solo con il credito d’imposta.
Anche i servizi e l’accoglienza, oltre ai sussidi, giocano un ruolo importante.
Recentemente, infatti, Praga e Berlino (ma anche la Romania e l’Inghilterra) sono state messe sotto scacco da Belfast, che è stato scelto da Gil Kenan per girare il fantasy “City of Ember”, interpretato da Bill Murray e Tim Robbins.
Si apprende dall’Economist che il principale artefice di questo successo è la Paint Hall, l’enorme studio ricavato all’interno dell’antico cantiere navale Harlan&Wolf (dove fu costruito il Titanic).
A soli 5 minuti dal centro della città , il complesso può ospitare più produzioni contemporaneamente nei suoi quattro enormi studi,alti circa 25 metri, perfettamente insonorizzati.
Lì si sono svolte le 14 settimane di riprese di “City of Ember”: si calcola che la spesa della troupe sul territorio abbia superato i 9 milioni di sterline (circa 12 milioni di euro).
Un ottimo ritorno sull’investimento di 800 mila sterline, fatto da Northern Ireland Screen, l’agenzia governativa che promuove il territorio e le sue locations (oltre alla Paint Hall, sono molto richieste le locations rurali del paese, per la loro quiete e la varietà del paesaggio).
Belfast è la città delle sanguinose lotte per l’indipendenza dalla Gran Bretagna.
Memoria che il cinema contribuisce a tenere in vita, come in “Hunger”, (vincitore della “Camera d’Or” all’ultimo Festival di Cannes e del primo premio al Festival di Sydney), dove Steve McQueen racconta gli ultimi giorni di vita dell’attivista dell’IRA Bobby Sands.
O in “Five Minutes Of Heaven” film tv, interpretato da Liam Neeson e James Nesbitt, prodotto da Big Fish Films e Ruby Films per BBC 2, le cui riprese sono iniziate i primi di giugno.
E’ la storia di due uomini le cui vite sono state distrutte dai conflitti che hanno sconvolto l’Irlanda del Nord dagli anni “˜60 fino all’inizio del processo di pace nel 1998: Alistair Little, membro del movimento protestante dell’Ulster, che uccide un giovane diciannovenne cattolico, e Joe Griffin, fratello della vittima e testimone dell’omicidio.
Eppure, sono molti i film che ambientano in Irlanda del Nord anche storie diverse.
In totale sono 36 i lungometraggi girati nella regione a partire dal 1997 (in alcuni casi Belfast è diventata New York, Copenhagen , Londra).
Ci sono poi quei film che presentano la questione irlandese con un approccio molto originale, come il conflitto d’identità attraverso il travestitismo raccontato da “Breakfast on Pluto”, realizzato nel 2005 dal regista irlandese Neil Jordan, che ha definito Belfast una città molto interessante in cui girare, soprattutto se paragonata a Dublino, ormai intasata di produzioni.
A favore della città nordirlandese gioca anche la calda accoglienza della comunità locale verso gli attori, che stanno affezionandosi allo charme della nuova Belfast pacificata: Bill Murray e Tim Robbins girano spesso per le sue strade, e frequentano volentieri i pub e i teatri della città .
La città piace anche a Shirley Mc Lain, protagonista di “Closing the Ring”, una storia d’amore girata in Irlanda, ambientata nella seconda guerra mondiale e diretta da Sir Richard Attenborough.