Un detective che lavora a Roma, dove vive in casa con la madre, dopo il fallimento del suo matrimonio.
Non poteva essere più italiano Aurelio Zen, pur essendo stato creato dalla penna di uno dei più conosciuti autori inglesi di crime fiction: Michael Dibdin.
Recentemente Aurelio Zen si è “incarnato” nei panni di Rufus Sewell nei tre film (tratti dagli omonimi romanzi) “Vendetta”, “Cabal” e “Ratking”, diretti rispettivamente da John Alexander, Chris Menaul, John Jones e prodotti da Left Bank Pictures (Michael Casey è il produttore e Andy Harris il produttore esecutivo).
Si tratta di una coproduzione internazionale che, oltre alla Left Bank Pictures, vede coinvolte la BBC, l’Italia con Mediaset, la Germania con ZDF e gli Stati Uniti con PBS (dove andrà in onda all’interno del ciclo “˜Masterpiece Mystery!’).
I tre episodi sono stati trasmessi in gennaio in Gran Bretagna, su BBC 1, con uno share del 21% e una media di 5,7 milioni di spettatori.
Un’ulteriore prova, dopo “Wallander” (sempre targato LeftBank-BBC) del grande successo di cui godono, nella patria di Sherlock Holmes, le avventure di detective “stranieri”.
E il fatto che si sia sentito il bisogno di andare a scovare all’estero nuove storie e ambientazioni è particolarmente interessante, se pensiamo che la Gran Bretagna è probabilmente il paese che vanta la più lunga e fruttuosa tradizione di letteratura nera e criminale.
“Per il pubblico britannico il setting e la bellezza del paesaggio sono molto importanti, c’è poi una grossa fascinazione per le differenze culturali, politiche e di stile di vita dei diversi paesi europei”, afferma Marigo Kehoe, Managing Director e Head of Productions di Left Bank Pictures.
Aggiunge Ben Donald, Executive Producer International Drama di BBC Worldwide:
“Così come Wallander, che è un detective piuttosto insolito, esistenzialista e austero, anche Aurelio Zen è sui generis, perché non occupa una posizione di grande prestigio, è circondato da colleghi che hanno più successo, e che, a differenza di lui, hanno le conoscenze giuste.
E’ sicuramente animato dal desiderio di fare giustizia, ma è anche portato a stemperare le situazioni con il senso dell’humor e l’ironia, e infine, l’aspetto romantico della sua vita è molto importante”¦.Tutti questi elementi ne fanno un prodotto fresco, nuovo.”
Aurelio Zen rappresenta poi un caso inedito: è la prima volta, infatti, che BBC sceglie attori di lingua non inglese per una sua produzione, dando spazio al coproduttore italiano per quanto concerne le scelte di casting e di sceneggiatura.
Continua Donald: “L’Italia è un personaggio molto importante nel film, per questo è stato fondamentale girare on location.
La sfida produttiva è stata quella di creare un universo italiano credibile in lingua inglese, e per far questo uno degli elementi chiave è stato quello di bilanciare il cast con attori italiani, come la protagonista femminile, Caterina Murino (Tania Moretti, l’assistente di Zen), Valentina Cervi e Francesco Quinn.”
A “portare Zen” sullo schermo ci avevano già provato in molti, invano. Ad attrarli erano proprio le stesse ragioni che poi determinavano l’insuccesso dell’ impresa: l’estrema precisione e autenticità dei romanzi di Dibdin.
Spiega Donald:
“Dibdin ha vissuto a lungo in Italia e la conosce a fondo, le sue storie sono molto accurate e per questo inevitabilmente complesse.
Abbiamo capito che per renderle più accessibili all’audience televisivo moderno del prime time non dovevamo essergli letteralmente fedeli. Abbiamo quindi reso il protagonista più giovane, un po’ più di successo nella vita sentimentale, e abbiamo anche semplificato la trama.”
Avvalendosi di uno sceneggiatore, Simon Burke, che è anch’esso un conoscitore dell’Italia (da anni vive in Umbria con la famiglia).
E stando sempre attenti a non cadere nei cliché:
“Caterina Murino ci parlava proprio dello stereotipo degli italiani che gesticolano molto, per questo sia lei che Rufus Sewell hanno scelto una recitazione molto poco teatrale, controllata.”
La collaborazione di Mediaset e della produttrice esecutiva Raffaella Bonivento, afferma Donald, è stata fondamentale, e si è spinta oltre la supervisione della costruzione di una “Italia credibile”:
“Sono stati loro, ad esempio, a suggerire che ci fosse una progressione, nel corso dei tre film, nella vita professionale e amorosa di Zen con Tania.
Gli episodi possono essere visti anche isolatamente, ma chi li vede in successione percepisce questo senso di progressione narrativa che è molto importante per coinvolgere l’audience.”
Le tre storie sono state girate tutte a Roma e dintorni, nel periodo compreso fra maggio e agosto2010 (fra le locations, il centro della città , il Salone delle Fontane in via Ciro il Grande all’Eur, un appartamento in via Torquato Taramelli, la cittadina di Calcata Vecchia) anche se le avventure di Aurelio Zen raccontate da Dibdin si svolgono in ogni parte d’Italia: in Sicilia, in Umbria, a Venezia”¦
“La nostra scelta di concentrarci in una zona sola è stata dettata da ragioni finanziarie, -spiega la Kohe “”ma, qualora la serie proseguisse, ci piacerebbe spostare anche il set in altri angoli d’Italia.”
E mentre si attende la messa in onda italiana, il futuro di Zen, quasi come ad onorare il genere, è avvolto dal mistero: BBC per ora non ha deciso di produrre altre puntate e sembra che Left Bank sia in trattativa anche con altri broadcasters.
Non ci resta che attendere”¦col fiato sospeso.
copyright foto: Left Bank Pictures