Doveva essere in concorso al Tribeca Film Festival “Asia” il film israeliano di Ruthy Pribar, uno dei film in listino di Intramovies, che è ancora in attesa di capire se il festival è stato cancellato del tutto, o solo rimandato.
La maggior parte delle difficoltà che la società di vendite estere si trova a fronteggiare in questi giorni riguarda ovviamente, i rapporti con i clienti stranieri: “con l’intensificarsi delle restrizioni alla mobilità varate dal governo sarà sempre più difficile portare avanti le cose. In particolare molti laboratori hanno dovuto sospendere la loro attività per adeguarsi alle nuove norme di sicurezza pertanto la fornitura dei materiali per i contratti esteri diventerà sempre più complessa.” Spiega a Cinema & Video International Marco Valerio Fusco, Head of Acquisitions & Production di Intramovies.
Tornando sul fronte festival, l’incognita Cannes resta centrale, e molte sono le perplessità:
“Continuiamo a seguire l’evoluzione della situazione anche se navighiamo a vista. Si parla di queste date (fine giugno/inizio luglio) che probabilmente sono le uniche che, al momento, il festival ha trovato libere nell’ingolfatissimo calendario del Reed MIDEM. Guarda caso però, quelle stesse date erano state abbandonate il giorno prima dell’annuncio del festival da Cannes Lions (la manifestazione internazionale dedicata al mondo della pubblicità, n.d.r.), che ha spostato l’evento a fine ottobre perché fine giugno era considerata ancora una data a rischio. Onestamente mi aspetto quantomeno un ulteriore rinvio.
E nell’ipotesi invece che il festival si svolga a fine giugno, come ipotizzato?
“In questo caso, noi cercheremo di essere comunque presenti. Magari con una formazione ridotta per evitare di mettere a rischio i nostri dipendenti ma certo bisognerà prima capire come evolverà la situazione e quali restrizioni alla mobilità continuerà ad imporre il governo (nostro o francese) e se ci sarà quindi permesso viaggiare.
Sicuramente, sarebbe comunque un Cannes “depotenziato”, con molti meno buyers, sales agent, giornalisti…Quindi c’è da valutare bene quelli che sarebbero i costi e i benefici di un’eventuale partecipazione. Il bello di un evento come Cannes è proprio la commistione tra festival e mercato e la presenza, su larga scala, di tutte le componenti dell’industria. Nel caso in cui mancasse questa parte fondamentale sarebbe un bel problema per tutti quanti.”
Come valuta l’idea di un Marché online?
All’eventuale mercato digitale faccio poco affidamento. Senza fisicità, senza contatti non riesco onestamente a vederne il potenziale rispetto al lavoro via email, via telefono e via skype (o qualsiasi altra piattaforma di comunicazione) che stiamo già portando avanti in questi giorni.
La cosa più preoccupante in questo momento è il fatto che il festival di Cannes sembri intenzionato, nonostante l’incertezza sulla fattibilità dell’evento, a procedere e a comunicare la selezione del festival con la solita conferenza stampa, mettendo di fatto “il cappello” su titoli di autori affermati e nuove leve che però, nel migliore dei casi, non avranno la solita enorme visibilità, e nel peggiore dei casi finiranno in un limbo senza un’adeguata copertura stampa ma con la palmetta cannense sul poster. Sembra un po’ un voler marcare il territorio fine a sé stesso.
Come vede il post-emergenza?
Quando questa emergenza sanitaria sarà finita, probabilmente molti aspetti del nostro lavoro cambieranno. In particolare lo sfruttamento dei diritti theatrical impiegherà diverso tempo a tornare ai livelli pre COVID19 ed è probabile che anche i mercati fisici e i festivals impiegheranno tempo per trovare un nuovo equilibrio e magari, chissà, assumeranno anche altre forme.
Per quanto riguarda il prodotto rimasto fermo in questi mesi, ci sarà poi da trovare la giusta collocazione per quei film ancora in cerca di una première festivaliera e ci sarà da quantificare il ritardo sul fronte delle nuove produzioni.