Ho visto l’anteprima di “The Last Panthers”al Mipcom di Cannes. Un titolo che basta da solo a parlare di cinema, musica, attualità. Ecco le ragioni per cui non vedo l’ora di vedermela tutta…
Nei mercati del cinema e dell’audiovisivo i riflettori sono tutti puntati sulle co-produzioni. Oltre a farle, se ne parla sempre di più, e in maniera controversa: “le co-produzioni sono il futuro, sono necessarie per continuare a produrre show interessanti”, “le co-produzioni sono il passato, è complesso e poco interessante forzare insieme elementi della storia per ragioni finanziarie…viva le storie locali…”)
In mezzo a tutto questo, sta per arrivare su Sky Atlantic HD (il 13 novembre) The last Panthers nuova serie tv in sei puntate (prodotta da Haut et Court Tv e Wrarp Films, con la partecipazione di Sundance Tv per Sky Atlantic e Canal Plus e distribuita da Sky Vision e Studio Canal).
Più co-produzione di così non si può: girata on location fra Londra, Marsiglia, Belgrado, l’Italia e il Montenegro, con protagonisti che parlano tre lingue diverse, l’inglese di Naomi, assicuratrice, ex soldato in Bosnia, il francese di Kahlil, poliziotto con un turbolento passato nella banlieu di Marsiglia, il serbo-croato di Milan, ladro di gioielli serbo, ex rifugiato di guerra.
La storia prende spunto dalle Pink Panthers, la banda di rapinatori provenienti dalla ex Yugoslavia, nota alle cronache per i colpi spettacolari e ‘cinematografici’ (si dice che il nome derivi dal fatto che gli uomini di Scotland Yard, seguendo la donna di uno dei rapinatori, dopo una rapina del 2003 a Londra, trovarono nella sua casa una pietra preziosa nascosta in una confezione di crema per il viso, proprio come ne “La Pantera Rosa”, il film del 1963 diretto da Blake Edwards e con protagonista Peter Sellers).
Perché è interessante:
- L’attenzione estrema all’autenticità e al realismo messa al servizio di una delle più antiche forme di narrazione, la tragedia. Che inizia con una pistola che uccide una ragazzina. Una pistola che arriva dalla Serbia, che 20 anni prima era servita ad ammazzare una famiglia in Bosnia, e che ora torna a Marsiglia per ‘vendicarsi’.
Sempre a proposito di autenticità, c’è da dire che la serie è scritta a quattro mani, dallo sceneggiatore Jack Thorne (“Skins”, “Shameless” “This is England”) e dal giornalista investigativo esperto di crimine Jerome Pierrat, che hanno passato un anno in giro per l’Europa: “girando per i sobborghi di Parigi in una Porsche guidata da quello che probabilmente è il più grosso trafficante di droga della città… guidando per Ginevra con il capo del crimine organizzato….” ha dichiarato Thorne.
- Gli attori che interpretano personaggi complessi, perseguitati dai fatali fantasmi del loro passato:
Samantha Morton (interprete, fra le altre cose, di “Minority Report”, “Cosmopolis”, “Accordi e disaccordi”, per il quale è stata candidata all’Oscar. In televisione non lavorava dal 1997 -”Jane Eyre”- e non aveva nessuna intenzione di tornarci finché non si imbattuta in Naomi, che definisce “Il miglior personaggio che mi sia stato proposto”.
Tahar Rahim, il celebre protagonista de “Il Profeta”, con cui ha vinto il Premio Cesar (ma anche de “Il Passato” di Farhadi e “The Cut” di Fatih Akin)
il giovane e attivissimo croato Goran Bogdan
e, last but not least, John Hurt, che nella serie interpreta il capo di Naomi (Samantha Morton)
- Lo sguardo sui Balcani: sul loro passato, così vicino e così lontano dalle nostre menti, e sul loro presente, con l’Europa che si espande sempre di più in quella direzione.
The Last Panthers è una serie che esplora l’evoluzione dell’Europa del crimine e il problema del confine: tra gli stati, ma anche all’interno delle città (lo scontro città-periferia, ben presente in Francia con le banlieu), e, indirettamente, i confini mobili della geografia umana (“è importante, anche con uno show come questo, riportare l’attenzione sulla guerra di Bosnia, sui suoi rifugiati, un tema che oggi è sulle soglie delle nostre porte di casa”, ha detto Samantha Morton). - lo stile e il look, per il quale Tahar Rahim parla di “cinema in tv”, e che è affidato nelle mani esperte e versatili dell’artista e musicista svedese Johan Renck (vedi post)
- per la colonna sonora che accompagna i titoli di apertura, firmata dal signor David Bowie
Non posso che lasciarvi con il suo Cat People, scritto assieme a Giorgio Moroder per la colonna sonora de “Il Bacio della Pantera” di Paul Schraeder
https://youtu.be/VpdHMaccjw4