direttore Paolo Di Maira

APE/L’Italia che piace ai giapponesi

Maurizio Santarelli, produttore esecutivo della Trees Pictures, ha una società , la Mcube, che opera esclusivamente sul mercato giapponese.
Il 15 dicembre inizieranno le riprese di “Fifty seconds”, il film diretto dal regista nipponico Hiroshi Nishitani (il suo ultimo film, “Suspect x” ha sbancato il botteghino giapponese quest’anno).
Si tratta di un thriller che ruota intorno al rapimento di una bambina, un po’ sulla falsariga di “Angeli e Demoni” dice Santarelli, che si occuperà  della produzione esecutiva e della rappresentanza fiscale per conto della Fuji Tv, che produce il film per celebrare il suo cinquantesimo anniversario.
Sono previste 10 settimane di riprese fra Roma e la Costiera Amalfitana.


Mcube realizza soprattutto produzioni pubblicitarie per il Giappone.


Quali sono le più recenti?
Due spot erano dedicati a auto Honda: il primo lo abbiamo girato a Milano a fine agosto, con protagonista George Clooney; due giorni tra piazza Missori, Corso Italia e viale Monza.
Il secondo a fine ottobre nel senese, vicino a Pienza.
Sempre a Milano a fine settembre abbiamo realizzato uno spot per la Fuji (per una pellicola fotografica), presso la Galleria Vittorio Emanuele, e lapubblicità  di una televisione in HD della Sony, interpretata da Kakà , per la regia di Zhang Yimou, allo stadio San Siro il 10 novembre.
A metà  ottobre, infine, uno spot per Nomura Real Estate fra Caserta e la Costiera Amalfitana


I giapponesi amano sempre molto l’Italia”¦
E’ così infatti.
Chi cerca un’ambientazione europea che non abbia l’atmosfera “triste” di certi paesi dell’Est ha come alternative l’Italia, l’Inghilterra e la Francia.
E l’Italia è sicuramente il luogo più conveniente, se si pensa ai costi proibitivi dell’ Inghilterra e se si considera che in Francia i tributi sono al 63%.
C’è molta richiesta della classica Italia da cartolina: il Colosseo, la Fontana di Trevi, la Galleria Vittorio Emanuele a Milano, la Reggia di Caserta.
I giapponesi, poi, sono molto “ubbidienti” a quello che appare in tv: basta che il telegiornale mandi un servizio sulla Costiera Amalfitana e immediatamente ci arriva una valanga di richieste per realizzare le riprese in quel luogo.


Come sono stati i rapporti con il territorio?
Potrebbero essere più semplici, ci sono troppe entità  con cui doversi relazionare, e a questo si aggiunge la mancanza di regole chiare, certe e sicure per tutti.
Tutto ciò è difficile da spiegare agli stranieri, soprattutto ai giapponesi che vedono tutto bianco o nero e hanno scarsissima elasticità .
L’anno scorso, ad esempio, mi è stata negata la concessione di un permesso vicino al Colosseo (il Colosseo si vedeva sullo sfondo, ma non giravamo in area archeologica) semplicemente perché si trattava di una pubblicità  della Mc Donald e il Comune di Roma non voleva legare il suo nome a quella marca.
Questa cosa però non sta scritta da nessuna parte (ovviamente non possono scrivere “si concede il permesso ma non a Mc Donald”).
E’ tutto arbitrario, legato al caso e al buon cuore del soprintendente di turno.
I giapponesi erano allibiti: non riuscivano a capire perché, la settimana prima, mentre loro facevano i sopralluoghi, la Shell (che certo non è una O.N.L.U.S.) girasse proprio nella location che poi a loro è stata negata.
Alla fine ci siamo sistemati un po’ più lontano abbiamo sostituito la location prevista (una terrazza con vista sui Fori Imperiali) con un palco.
Lì abbiamo girato la scena, un concerto di un quartetto d’archi.
I clienti giapponesi non sono rimasti molto soddisfatti: è stata la classica soluzione all’italiana.
Un altro problema è quello delle maestranze, che per “Fifty seconds” saranno quasi esclusivamente giapponesi.
Sembrerà  strano, ma pagare loro il volo, l’albergo e la diaria è più conveniente che assumere personale locale.


 


IN TOSCANA SI VIAGGIA E LA TV SI GUARDA A VENARIA
Sono molti i set italiani impegnati dalle riprese di spot pubblicitari, e spesso si tratta di grossi marchi con importanti budget.
Vari paesini della Toscana (Chiusi, Montepulciano, San Casciano e Sarteano) e Roma sono stati scelti dalla Paydirt di Los Angeles per lo spot della nuova Mercedes GLK (il regista, nonché direttore della fotografia è Iain Mackenzie).
“Fra le richieste più impegnative, c’è stata quella di trovare le strade più anguste e strette possibili ove la macchina potesse passare con tolleranza minima, e quella di girare un passaggio fra le colonne del Museo dell’Eur, che ha comportato la necessità  di sollevare l’auto con un’apposita gru. “” spiega Michele Anzalone della Some of Us, che si è occupato della produzione esecutiva dello spot Mercedes.-
Il permesso per posizionare la vettura in questa particolare location ci è arrivato un giorno prima dello shooting per problemi tecnici, che per fortuna si sono risolti, anche se sul filo del rasoio.
Girare a Roma è stato un po’ più complicato, ovviamente, rispetto alla Toscana, dove sono stati tutti molto disponbili.
Per entrambe le location abbiamo usufruito del prezioso aiuto di Giuseppe Nardi, ottimo location manager con cui lavoriamo spesso”.

Milano è una delle locations più richieste dalla pubblicità , “e anche una città  difficile dove girare”, afferma Matteo Landò della Orlando Film, che lì ha realizzato recentemente il service per Adidas-Techfit (il 20 e 21 ottobre a Milano e allo stadio di Monza per conto di Droga 5 di New York).

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