direttore Paolo Di Maira

APA: quel che resta di un mercato in crescita

Nel 2019 il valore del mercato audiovisivo in Italia è cresciuto del 10% rispetto all’anno precedente: da 1.2 a 1,3 miliardi di euro, di cui 382 milioni per i film, 443 per la fiction , 77 per l’animazione e il resto per gli altri generi. Sono questi i macrodati contenuti nel 2o rapporto sulla Produzione Audiovisiva Nazionale presentato lo scorso 15 ottobre all’interno del MIA dal presidente APA Giancarlo Leone.

Come era prevedibile, l’attenzione si è spostata sugli scenari presenti e futuri, che premiano il VoD, i cui investimenti, stimati nel 2018 a 70 milioni di euro, si prevede che 2022 saranno quasi triplicati, balzando a 195 milioni .

Ma il futuro non per tutti è roseo: la ricognizione del mercato audiovisivo 2018 conta 7527 imprese . Di queste, secondo i dati elaborati da APA, oltre la metà concentrano la loro attività nella produzione cinematografica, di video e programmi tv, per un totale di 122.905 persone coinvolte.

Secondo i primi rilevamenti degli effetti dell’emergenza Covid sull’occupazione, si stima che il lockdown in termini di registrazione delle imprese abbia prodotto 149 iscrizioni (40 in meno rispetto all’anno precedente) e 261 cessazioni (27 in più rispetto all’anno precedente). In particolare, la produzione audiovisiva ha registrato una riduzione del 46,4% delle iscrizioni durante l’anno in corso.

Lo scenario dell’era Covid disegnato dall’European Audiovisual Observatory, riproposto nell’incontro al MIA, è impietoso, anche se coerente con le stime locali. Colpiscono, ma non stupiscono, le stime: -20% degli introiti pubblicitari nel 2020 che nel 2022 dovrebbero parzialmene recuperare con un – 8%, ; il crollo del box office a – 70% ( – 40% nel 2022), mentre è inarrestabile la crescita delle piattaforme VOD, +30% per arrivare a + 60% nel 2022.

A fronte di questo scenario il presidente Leone (leggi l’intervista di Cinema&Video su La Rivista da Sfogliare), ha rinnovato l’appello al governo perché riconosca alla RAI quella quota di extra gettito da canone e di trattenute fiscali che valgono annualmente circa 180 milioni di euro, andando così a compensare i minori introiti pubblicitari e permettere al servizio pubblico di non venir meno ai doveri di volano dell’industria culturale ( e rivolto alla Rai ha sollecitato la nomina di un nuovo responsabile di Rai Fiction, poltrona vacante da 3 mesi). Che gli investimenti siano a rischio lo ha confermato l’amministratore delegato dell’emittente pubblica, Fabrizio Salini ( tra i presenti al dibattito), mentre Davide Cesarano, di Mediaset, ha ammesso che con il crollo della pubblicità gli obiettivi dell’azienda difficilmente potranno essere mantenuti.

Uno strumento che si sta rivelando particolarmente efficace è il tax credit, potenziato durante l’emergenza, che Leone ha chiesto venga trasformato in uno strumento certo, che superi il criterio del plafond, ricevendo in proposito ampie rassicurazioni da Lorenzo Casini capo gabinetto al MiBACT . Casini ha rivendicato il grande sforzo del Ministero che dai 459 milioni di euro dello scorso anno ha portato a 650 milioni di euro l’intervento dello stato nel settore ( da segnalare che pochi giorni dopo l’intervento di Casini il Ministro Franceschini ha annunciato ulteriori interventi a favore del cinema e audiovisivo con ulteriori 240 milioni di euro annui sull’apposito Fondo che consentirà di rendere permanente l’aumento straordinario del tax credit introdotto nel 2020; e il potenziamento strutturale del Fus con altri 50 milioni).

Fiducia (comprensibile) nel futuro è stata mostrata da Nicola Maccanico ( Sky Italia) che ha posto come sfida la crescita degli investimenti nella serialità (“vogliamo essere padroni del nostro destino”) e Tinny Andreatta, neo responsabile di Netflix Italia (“investire in modo strategico sulla produzione nazionale, raddoppiando in due anni la produzione di fiction ).

Infine, il grande assente e principale vittima della pandemia, il cinema in sala, è stato evocato da Casini e da Leone: “anche chi non produce cinema deve tifare per il cinema”, anello essenziale della catena del valore., ha detto il presidente APA.

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