Interessante iniziativa, questa, di dar vita ad una focalizzazione su base regionale di quella “miglior offerta nazionale”esposta a Cannes nell’evento IFC/ MIBACT. A conferma appena avvenuta della presenza a Venezia de “Il Giovane Favoloso” – l’attesa opera di Martone dedicata a Giacomo Leopardi- potrei sintetizzare intenzionalmente che la “migliore offerta” è quella che si realizza quando le intenzioni di regia (e gli intenti della produzione) trovano soddisfazione e reciproca integrazione con le linee d’intervento delle politiche regionali, con giuntamente agli obiettivi degli stakeholder e investitori locali.
Così, partendo proprio dalle magnifiche sorti e progressive (polemica citazione di Leopardi, sempre attuale) si evidenzia subito il nodo principale dei destini della “miglior proposta” che con giusta pervicacia tutti noi di IFC ci ostiniamo a mettere in campo, con esiti diversi: la distanza insopportabile tra l’oggettiva efficacia sul territorio di questa “meglio gioventù” di Film Commission, operative ed innovative ogni oltre immaginazione – chi ne conosce attività e operatori lo sa bene – e la perdurante mancanza di coordinamento e legittimazione da parte delle politiche regionali.
Così perdurante che più che una svista sem- bra ormai una strategia di governance. Eppure è indiscutibile: non si realizzano “distretti dell’audiovisivo” né ”filiere del cinema” né altre mirabolanti iniziative senza una reale “normalizzazione“ del ruolo ad opera delle Amm.ni regionali nei confronti delle proprie FC -che pure spesso sono già ema- nazione normativa, attraverso LR apposita, delle proprie dichiarate politiche di settore. Un’ineludibile –e mai davvero compiuta– legittimazione, innanzitutto fiduciaria, di ruoli e funzioni, cui far seguire assegnazione di competenze chiare e dotazione di strumenti finanziari strutturali adeguati.
La quale rimanda immediatamente ad analoga necessità, sul piano della normativa nazionale di settore. Quell’auspicato e promesso (dall’allora Ministro Bray) riconoscimento nazionale delle Film Commission con apposito articolato all’interno dell’attesa legge quadro sul cinema, sarebbe oggi una forma di start–up più che necessaria,dovuta.
Lo richiede a gran voce la quantità di ottimi film presenti sul mercato, spesso non altrimenti realizzabili senza il sostegno delle FC dei territori di ripresa, i quali da questi film traggono valorizzazione e promozione ad ogni livello.
E tuttavia, per interpretare correttamente i dati dell’attività delle proprie FC – in termini di attrazione e interazione di stakeholder pubblico/privati, inclusione attiva di attori diversi del territorio, costruzione di filiera e innalzamento della base complessiva di settore- di più, anche solo per avere interesse a conoscere tali dati, è indispensabile che le amministrazioni si impegnino in una operazione di contenimento delle derive “narcisistico/provincialistiche” (le cosiddette “questioni politiche” con abusata ed impropria perifrasi) e dei danni all’utenza nazionale ed estera, e di ritorno al territorio stesso, che tali derive finiscono per provocare.
Senza questa premessa, il posizionamento sul mercato di un’offerta di “cinema e derivati” a base regionale rivolta a produzioni nazionali/internazionali non può che risultare contraddittoria e ondivaga, caratterizzata da raddoppi incomprensibili e improduttivi: sostanzialmente inefficace. Un’offerta (im)perdibile, appunto.