Chi era Matilde Di Pietrantonio, la studentessa di filosofia che al comando di un gruppo di uomini sequestrava gerarchi fascisti e otteneva in cambio partigiani condannati a morte?
Cosa spingeva Lucia Testori ad avvolgersi intorno al corpo il plastico per portarlo là dove sarebbe servito a far saltare i treni carichi di beni in partenza per la Germania?
Queste le domande che il pubblico mi rivolgeva dopo aver assistito alla proiezione del documentario “La guerra alla guerra”.
Storie di donne a Torino e in Piemonte tra il 40 e il 45 prodotto nel 1995 dall’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea con la collaborazione dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza.
Per realizzare il documentario avevo registrato una trentina di ore di videointerviste e al momento del montaggio mi ero trovata a dover sacrificare una quantità di materiale interessante.
Dalla ricchezza di quelle fonti e dall’interesse che le ventuno testimoni suscitavano negli spettatori, è nata l’idea di un’antologia di memorie in cui potesse trovare spazio ciò che era stato per forza di cose accantonato.
Concepito come un romanzo corale e interamente basato su narrazioni biografiche, il doppio testo (libro + DVD) racconta di donne che hanno combattuto una guerra alla guerra, con le armi e senza le armi, rischiando la vita per diventare l’anello forte della resistenza civile.
Le storie raccontate davanti alla telecamera si sono rivelate una straordinaria fonte di ispirazione: da esse ho tratto spunto per la sceneggiatura di un lungometraggio che ha già ottenuto riconoscimenti significativi.
Dal video al libro, dal libro al film: Il cerchio non si è ancora chiuso.
La guerra alla guerra, a cura di Anna Gasco, prefazione di Anna Bravo. Ottobre 2007, Torino, edizioni SEB 27. Allegato DVD).