direttore Paolo Di Maira

ANDREA ROCCO/Crescere con le imprese creative

Genova-Liguria Film Commission (GLFC) si sente pienamente parte di una storia, quella delle Film Commission italiane, portatrice di una diversità rispetto al mondo istituzionale dell’audiovisivo italiano e, almeno alla nascita, di una estraneità marcata rispetto ai riti, alle reti e ai meccanismi tradizionali del cinema italiano.

Oggi il quadro è parzialmente cambiato, ma questa “alterità” è valore da non buttare.
Anche nella capacità di reinventarsi continuamente e nella riflessione critica su quello che si fa e che si dovrà fare.
Di riflessioni ne propongo, sinteticamente, quattro. Nascono dalla nostra esperienza e dall’osservazione di quello che succede intorno a noi, anche a livello europeo.

La “guerra degli incentivi” e l’efficacia dell’azione dei finanziamenti regionali. La “guerra” si svolge a livello globale, ma quella dei Fondi regionali italiani ha obiettivi ed efficacia soprattutto per le produzioni cinematografiche e televisive nazionali, anche per la dimensione ridotta, salvo eccezioni, degli incentivi disponibili.
Il tema che pone è quello dei vantaggi a medio-lungo termine per i territori e la possibilità di radicare attività creative e produttive capaci di marciare sulle proprie gambe anche se e quando vengono meno gli incentivi.
Questo non vuol dire un rifiuto di principio degli incentivi, ma una loro modulazione più vicina alle esigenze delle strutture produttive locali (presenti e future).

I dubbi sulla sostenibilità di una moltiplicazione di centri produttivi a livello nazionale e la necessità di trovare una diversificazione e una “specializzazione” negli interventi di sostegno regionale. Per noi l’ipotesi di lavoro futuro è quella di privilegiare i comparti non necessariamente assimilabili al “lungometraggio da sala” e più radicabili e sostenibili dai territori (documentario, videoclip, nuovi formati web, videogames, ecc.) . Questo vuol dire l’ideazione di un ventaglio di interventi in campo formativo, infrastrutturale, finanziario mirati alla nascita di start-up in questi comparti e al rafforzamento dei soggetti esistenti.

Una discussione critica e “onesta” sul fenomeno del Cineturismo.
E’ abbastanza evidente dopo dieci anni di convegni e congressi che le ricadute turistiche del cinema sono state ampiamente sopravvalutate. Per un “Basilicata Coast to Coast” ci sono centinaia di film che non hanno stimolato un solo turista a muoversi verso nuove destinazioni. Conviene insistere a “vendere” gli improbabili effetti cineturistici delle produzioni o concentrarsi invece a comunicare credibili dati sugli effetti economici ed occupazionali che tutte le produzioni hanno la capacità, in misura diversa, di generare? La nostra scelta va certamente in quest’ultima direzione.

Lo sviluppo di impresa e le imprese “creative”. Già oggi GLFC si occupa prevalentemente non di film in senso tradizionale ma di “prodotti audiovisivi” in senso lato e anche dei settori affini e confinanti (fotografia, videogames, musica, formati web tra entertainment e informazione, ecc.). La strada che GLFC sta percorrendo è quella di essere “agente di sviluppo locale”, ma a 360 gradi, operando in tutti i comparti delle “Creative Industries”.
E’ una strada che richiede una nuova mutazione, nuove competenze, grande flessibilità e capacità di reinventarsi. Virtù che erano nel DNA originario delle Film Commission e che sarebbe un peccato disperdere.

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