L’impronta carbonica della 78esima Mostra del Cinema di Venezia, ammonta a 5553 tonnellate di Co2 (misurate con la metodologia della certificazione di neutralità carbonica secondo lo standard inglese pass 20-60) ed è provocata all’87% da viaggi e pernottamento del pubblico e degli accreditati: il dato, rivelato da Andrea Del Mercato, direttore generale de La Biennale di Venezia, nel corso della presentazione, ieri, 23 febbraio, della nuova Guida ai Festival Green realizzata da AFIC, scopre un nodo centrale sulla questione della sostenibilità delle manifestazioni, che sono di per sé il primo e principale fattore scatenante delle emissioni. Ma proprio perché, come precisa sempre Del Mercato, è assolutamente necessario continuare a organizzare i festival in presenza, affinché appassionati e professionisti si incontrino, ecco che il lavoro certosino che ha portato alla stesura della guida diventa ancora più prezioso, per “segnare un punto di partenza per le nostre attività e muoverci nella stessa direzione”, come sottolinea la presidente di AFIC, Chiara Valenti Omero.
Perché se è vero che i festival inquinano soprattutto perché fanno muovere le persone, altrettanto vero è che hanno anche un forte impatto nella mobilitazione delle menti e delle coscienze: ecco che è proprio nella comunicazione, nell’ educazione e nella formazione che la loro impronta può diventare determinante. E a maggior ragione quelli che si rivolgono ai più giovani, come il Giffoni Film Festival, che, oltre alla piantumazione di alberi ha scelto anche l’adozione di alveari come pratica compensativa, spiega il direttore generale Jacopo Gubitosi, e che, dal 27 al 30 aprile organizza la prima edizione di Verde Giffoni, evnto rivolto alla Generazione Z e i dedicato alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
O il Bolzano Film Festival Bozen, che dal 2018 è certificato come Green Event dall’Agenzia provinciale per l’ambiente, ricorda Antonella Arseni, responsabile delle pubbliche relazioni del festival.
La Guida ai Festival Green è il risultato dei uno dei tavoli di lavoro a cui l’associazione che riunisce i festival italiani sta lavorando (fra gli altri, quelli su scuola e territorio): a coordinarlo Laura Zumiani, responsabile della programmazione del Trento Film Festival (e già fondatrice della Trentino Film Commission, che sulla questione green è in prima linea in Italia e in Europa).
Zumiani ci tiene a sottolineare come “questo strumento non sia alternativo rispetto alle certificazioni esistenti, ma riunisca una serie di consigli puntuali, organizzati su dieci aree tematiche, che permettano agli organizzatori di avere una base a cui ispirarsi per le proprie attività”. Parallelamente, AFIC sta lavorando, all’interno di un tavolo gestito dal MITE e a cui partecipa anche il MIC e i grandi festival, alla stesura di un protocollo sui criteri ambientali minimi per gli eventi culturali. Non solo: è riuscita, come spiega Bruno Zambardino, consulente del MIC, a circoscrivere al suo interno il tema legato a festival e rassegne sostenute dal nostro ministero: e proprio oggi pomeriggio si svolgerà un nuovo incontro.
Monica Goti (Trieste Film Festival), Marco Trevisan (Euganea Film Festival), Raffaella Canci (Trieste Science+Fiction Festival), Luca Elmi (Festival del Cinema di Porretta), Gaetano Capizzi (Cinemambiente), Renato Cremonesi (Lessinia Film Festival), Riccardo Volpe (Biografilm), Rocco Calandriello (Lucania Film Festival): il gruppo di lavoro che sotto la guida di Zumiani, ha portato alla realizzazione della guida, è rappresentativo delle diverse realtà festivaliere delle regioni italiane, nascendo proprio dal dialogo con le istituzioni nazionali e le comunità locali, secondo il motto che ““il cambiamento inizia dall’alto e coinvolge tutta la struttura”.
La transizione verso la sostenibilità segue una triplice direzione: verso lo staff, verso il pubblico, e verso i registi, che dice Zumiani “è nostro compito incoraggiare e aiutare a rendere le loro produzioni più green, anche istituendo momenti industry a questo dedicati duranti i nostri festival, o dibattiti pubblici, eventi e mostre che insistano su questi temi”.
Come già scritto sopra, comunicazione, educazione e formazione sono dunque i pilastri di questa architettura. Gli altri punti interessati dalla trasformazione verde sono: mobilità, consumi energetici, materiali promozionali, allestimenti, stampa, produzione di gadget, gestioni degli ospiti, gestione dei rifiuti,cultura ambientale e sostenibilità sociale.