Raccontare l’Abruzzo “Sulle vie del cinema” è l’obiettivo del tour svoltosi nell’ambito del “Workshop Turistico degli Appennini” progetto promozionale del Distretto Turistico Montano del Gran Sasso d’Italia svoltosi all’Aquila il 15 e 16 novembre 2019.
Con i suoi 133 chilometri di costa, tra spiagge variegate e scogliere, e numerosi spazi naturali e aree montane protette che le valgono il titolo di Regione verde d’Europa, l’Abruzzo racchiude in un piccolo lembo di terra una grande varietà paesaggistica.
Un giro nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga basta a capire perché questo territorio abbia colpito l’interesse del cinema fin dagli anni Quaranta. L’intero parco è infatti una sorta di macchina del tempo e dello spazio: si passa dalle brulle Highlands scozzesi alla Palestina dei tempi di Cristo: non a caso nel 1966 John Huston lo scelse per girarvi “La Bibbia”.
Le migrazioni che hanno svuotato questa terra nei decenni passati hanno poi fatto il resto, “congelando” i borghi e lasciandone intatto il fascino medievale. E così, entrare in Santo Stefano di Sessanio, primo esperimento in Italia di albergo diffuso e location del film di Giuseppe Tornatore “Una pura formalità” (1994), significa letteralmente tuffarsi nel XII secolo. Percorrendo pochi chilometri si raggiunge uno dei luoghi più iconici del cinema abruzzese: Rocca Calascio, dove una bellissima Michelle Pfeiffer trasformata in falco veniva portata in salvo in “Ladyhawke” (1985). Ma prima di percorrere a piedi la strada che porta alla rocca, un rudere che affaccia sulla vallata circostante riporta alla scena della crocifissione di “Amici Miei atto II” girato da Mario Monicelli nel 1982.
Procedendo ad un’altitudine di quasi 1.800 metri verso Campo Imperatore, il cosiddetto “Piccolo Tibet”, si ha l’impressione di essere dei pionieri alla scoperta di un territorio inesplorato. Questo altopiano di origine glaciale, il più esteso d’Italia, è stato spesso scelto come location per spot pubblicitari, video musicali e pellicole cinematografiche come “Milarepa”, “Il deserto dei Tartari”, “Il nome della rosa”, “Così è la vita” e la serie western su “Trinità”. Ancora oggi, gruppi di turisti stranieri chiedono espressamente di essere portati sul sasso su cui un Bud Spencer improvvisatosi sceriffo mangiava beato un invitante piatto di fagioli. Era il 1970.