direttore Paolo Di Maira

A.I. / Un’intelligenza non (ancora) creativa in cerca di tutela

“L’intelligenza artificiale  riproduce l’unica funzione che differenzia l’essere umano dal resto, ed è ovvio che se da questo punto di vista ha tutte le carte in regola per rimpiazzare l’uomo, perché costa meno, e non sciopera, ad esempio. Ecco perché  la diffusione di strumenti come Chat GPT o i vari chat bot ci spaventa a morte.
Ma è altrettanto vero che ciò che l’intelligenza artificiale è allenata a fare è compiacere le nostre richieste, trovare una strada per soddisfarle sempre. Non ti darà mai un contraddittorio, o quelle chiacchiere  apparentemente leggera e stupide che si fanno all’interno delle writers room, il cosiddetto pensiero out of the box che poi porta all’intuizione creativa. Almeno per ora” A parlare è Vinicio Canton, sceneggiatore, docente di sceneggiatura e rappresentante del Wirters guild of Italy, che è intervenuto al panel Chi ha paura dell’algoritmo? AI e l’industria creativa e dell’audiovisivo: utilizzo, pratiche, regolamentazioni e implicazioni sociali e etiche, che si è svolto ieri, 15 settembre a Visioni Incontra

Si è parlato anche di copy right, con il direttore del settore audiovisivi della SIAE Andrea Marzulli, e con Giovanni Trabucco, avvocato specializzato in proprietà intellettuale presso la Hogan Lovells Law Firm.

“Il sistema del diritto d’autore fa essenzialmente due cose: promuove la creatività umana e tutela e incoraggia quegli investimenti che servono all’opera per essere realizzata e portata al pubblico.  Il  presupposto è che l’opera, per essere tutelabile, deve essere di un autore umano. Ma rendol’intelligenza artificiale un soggetto di diritto, ci sbilanciamo paurosamente verso il secondo obiettivo, rischiando di tralasciare il primo. – Ha spiegato Marzulli- Nel dibattito che c’è a Los Angeles fra guilds e studios, gli studios si dicono d’accordo che l’autore debba essere solo umano e io credo fermamente che questi due obiettivi dovrebbero continuare a marciare allineati.”

Giovanni Trabucco ha parlato delle controversie legali che si possono creare fra i creatori di modelli di intelligenza artificiale e i detentori dei diritti delle immagini o dei contenuti che sono usati per ‘allenare’ l’intelligenza artificiale (la cosiddetta intelligenza artificiale generativa): “di solito quando non c’è autore umano non c’è neanche protezione autoriale, e a mio avviso nei prossimi anni tutte le controversie verteranno proprio sul sofisticato  equilibrio fra autore umano e intelligenza artificiale. Sulla percentuale di controllo dell’opera che rimarrà sotto il controllo umano.”

Un esempio, portato da Marzulli, è quello di una graphic novel in ui il testo era umano, e le immagini generate dall’intelligenza artificiale: “ si è giudicato che l’opera in sé era proteggibile, perché la parte umana ne aveva il controllo creativo. Ma non lo erano le immagini, che quindi, prese singolarmente, potevano essere riutilizzate .”

L’incontro è stata anche l’occasione per presentare alcuni lavori realizzati con l’assistenza dell’intelligenza artificiale dagli allievi del biennio di Creative Media Production della Nuova Accademia di Belle Arti (NABA), guidato da Michele Aquila: L’Ultimo Ricordo, un breve cortometraggio su un signore affetto da Alzheimer che intraprende viaggio nella sua memoria (frutto del workshop tenuto da Mauro Martino e Luca Stornaiuolo, “Text to Film: Intelligenza Artificiale e Filmmaking”, in cui sono state esplorate le potenzialità dei modelli AI nella produzione di immagini e video). Ne ha parlato uno dei giovani autori, Giulio Molin.

O il fumetto The Ghost and the Machine realizzato da Alessandra Gripenhoftner usando Chat GPT.

E ancora, un fashion shooting fatto a partire da scatti di modelle realizzati da studentesse e rielaborati con maschere e sfondi in modo da ottenere immagini in 8K, di cui ha parlato Riccardo Baccani, Graphic Design and Art Direction Area Lecturer di NABA.

“Ii nostri docenti, soprattutto dall’ultimo anno, hanno iniziato a sperimentare introducendo l’intelligenza artificiale nei nostri percorsi. In futuro sarà impossibile impedirne l’uso, per cui cerchiamo di promuovere un discorso etico intorno ad essa, sottolineando sempre, ad esempio, la necessità di dichiarare le fonti” afferma Vincenzo Cuccia area leader del dipartimento media design, nuove tecnologie e scenografie di NABA.

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