direttore Paolo Di Maira

A TRIESTE VINCONO LE DONNE

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Il film bulgaro “Women do cry” di Mina Mileva e Vesela Kazakova di Activist 38 ha vinto il Film Center Serbia Development Award, premio principale di When East Meets West, il forum di coproduzione organizzato dal Fondo per l’Audio- visivo del Friuli Venezia Giulia diretto da Paolo Vidali, assieme al Trieste Film Festival, nell’ambito del quale si è svolto, dal 19 al 22 gennaio.

Due donne registe e produttrici tanto osteggiate in patria, (dove vengono definite il Duo Demoniaco) quanto apprezzate all’estero e pluripremiate nei festival internazionali (dopo l’anteprima a Locarno e il FIPRESCI Award al Festival di Varsavia, a Trieste era in concorso il loro “Cat in the wall” venduto nel mondo dall’italiana Coccinelle).

Significativo in un’edizione che, come ha sottolineato Alessia Sonaglioni nel consegnare il premio EWA alla regista armena Mery Aghakhanyan per “Irene’s world”, “ha raggiunto il gender balance, con ben 12 progetti su 22 in cui sono coinvolte donne.”

Un’edizione che, forse non a caso, ha visto nei progetti “un’interessantissima galleria di personaggi maschili che non hanno timore di rivelare le proprie debolezze” come sottolineano le due vincitrici.

“L’esistenza del premio EWA è certamente un incentivo che ha aiutato la partecipazione delle donne, – dichiara Alessandro Gropplero, direttore del mercato-ma questo si colloca all’interno di una tendenza generale che ha visto aumentare decisamente il numero delle applications, dalle 91 della prima edizione alle quasi 350 di quest’ultima.”

Un aumento quantitativo, ma soprattutto qualitativo e, aggiunge Gropplero, “se quasi tutti i premi principali siano andati a registe donne (oltre ai sopracitati, anche il Pop Up Film Residency Award a “Ordinary Failures” diretto da Cristina Grosan e scritto da Klára Vlasáková e il Flow Post Production Award a “Strandzha” documentario diretto da Pepa Hristova e prodotto da Julia Cöllen Martichka Bozhilova), è forse dovuto al fatto che questi rappresentavano una varietà interessante, dal dramma a progetti visionari, distopici o catastrofici.
Siamo molto felici delle proposte di quest’anno: forse non a tutti sono piaciuti tutti i progetti, ma certamente ognuno ne ha trovato uno di cui innamorarsi.”

Questo è confermato anche dalle altissime richieste dei meeting one to one: “già prima che iniziasse il forum circa 700 appuntamenti erano stati richiesti dai professionisti, solo sulla base della consultazione del catalogo.”

“Il nostro progetto ha avuto dei riscontri molto positivi qui a WEMW, anche dall’Italia, dove ci sembra che le possibilità per le produzioni straniere siano molto interessanti.” Dicono Mileva e Kazakova.

CRESCONO LE COPRODUZIONI TRA EST E OVEST
Delle nuove opportunità offerte alle coproduzioni hanno parlato la produttrice croata Ankica Jurić Tilić di Kinorama, e il produttore tedesco Titus Kreyenberg di Una Film, protagonisti del panel dedicato alla coproduzione fra l’Est e l’Ovest Europa negli ultimi dieci anni, il periodo di tempo in cui è nato e si è consolidato WEMW, che proprio in occasione del suo decimo anniversario ha realizzato un report in cui le evoluzioni del settore sono state analizzate attraverso quasi 500 casi di coproduzioni.

L’aumento di queste ultime ha visto un’accelerazione dal 2014, dovuta anche alla partecipazione crescente a workshop e mercati dedicati, e all’introduzione di incentivi fiscali e di schemi per le coproduzioni minoritarie in molti paesi, fra cui l’Italia.

“La coproduzione è uno scambio di conoscenze fra i differenti approcci alla soluzione di quel problema che chiamiamo film” afferma Kreyenberg, che come la collega croata si dice entusiasta delle possibilità offerte dalle varie iniziative di training per produttori che non esistevano agli inizi della loro carriera.

Lo scorso dicembre, nell’ambito della premiazione degli European Film Awards, alla Tilić è stato assegnato l’Eurimages Coproduction Award, riconoscimento al ruolo decisivo delle coproduzioni nella promozione degli scambi internazionali.

“Con l’Italia adesso, anche grazie alla nuova legge, ho molto intensificato la collaborazione, con un film coprodotto con la Ascent, “The Down” di Dalibor Matanic, girato l’anno scorso ad Aviano, anche con il sostegno di Friuli Venezia Giulia Film Commission, che darà un contributo anche ad “”Illyricum” che Simon Bogojevic Narath girerà la prossima estate, in coproduzione con La Sarraz Pictures.
“La ragazza ha volato” di Wilma Labate (che l’ha scritto assieme ai Fratelli d’Innoncenzo), è invece coprodotto con la Tico Film di Sarah Pennacchi in collaborazione con Ines Vasiljevic Gianluca Arcopinto.” Rivela Tilić.

Infine, con Nightswim è in coproduzione “Traces”, progetto che coinvolge anche Lituania e Romania, ri-ospitato a WEMW dopo aver partecipato al programma Midpoint Feature Launch, la piattaforma per talenti emergenti provenienti dall’Europa Centrale e Orientale, alle prese con la prima o la seconda opera, che dopo aver completato il loro percorso di un anno, tornano a Trieste per incontrare potenziali partners finanziari e artistici.

COLD OPEN&SHORTS/Trieste è sempre più Midpoint
La collaborazione fra When East meets West e Midpoint prosegue e si rinnova con altri due programmi, significativi della volontà di seguire le evoluzioni del mercato con particolare attenzione allo sviluppo delle storie di giovani autori, e alla necessità dei produttori cinematografici di attrezzarsi per la sfida rappresentata dalla serialità televisiva.
Proprio a questo era dedicato Cold Open, un programma di conferenze, sessioni di gruppo e consultazioni individuali, rivolto a dieci produttori indipendenti, fra cui gli italiani Nadia Trevisan, di Nefertiti Film, e Luigi Chimenti, di Disparte.

Midpoint Shorts invece è il nuovo programma dedicato alla nuova generazione di filmmakers europei: WEMW ha ospitato il secondo di due workshops dedicati allo sviluppo di quattro cortometraggi. Fra questi, “Team Building” scritto e diretto dal giovanissimo talento polacco Mateusz Pacewicz, autore della sceneggiatura di “Corpus Christi”, candidato polacco agli Oscar.
Pacewicz descrive il corto come “una commedia nera sul capitalismo, l’amore romantico e l’orgia. Con la produttrice, Ludka Kierczak, volevamo realizzare questo film al di fuori delle strutture deputate alla produzione di corti in Polonia, per non perderne i diritti, e sapevamo di aver bisogno di quell’attenzione internazionale, che è esattamente quello che un evento come questo ci ha garantito.”

DALLO SVILUPPO ALLA POST PROUZIONE/Il percorso WEMW

Oltre ai programmi di Midpoint, l’attenzione alla fase di sviluppo è testimoniata anche dal fatto di ospitare a WEMW l’annuncio dei vincitori del fondo di co-sviluppo RE-ACT che coinvolge il Fondo per l’Audiovisivo del FVG, il Centro Audiovisivo Croato, e lo Slovenian Film Centre, e l’anno prossimo vedrà salire a bordo anche il Film Center Serbia; e gli Italy Baltic Development Award for Co-Production, nati proprio in seno a WEMW come evoluzione del Baltic Award e assegnati dal MiBACLithuanian Film CentreEstonian Film Institute, e National Film Centre of Latvia.

WEMW conferma dunque ogni anno di più la sua volontà di radicarsi in tutte le fasi del percorso produttivo, dalla scrittura alla post-produzione, e ancora oltre.

Se ai progetti in stato già avanzato di produzione o post-produzione erano già dedicate le sessioni di This is it (vinta da “Spaccapietre” dei Fratelli De Serio, prodotto da La Sarraz Pictures), e First Cut Lab, proprio dall’evolu- zione di quest’ultimo è nato First Cut Plus, realizzato in tandem con il Karlovy Vary International Film Festival, proprio per dare un ulteriore sostegno ai progetti nella delicata fase di accesso al mercato, con workshop dedicati al marketing, alla promozione e al trailer making.

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