Con “True Grit” dei fratelli Coen si apre, il 10 Febbraio, la 61esima Berlinale. I 22 film in concorso, sotto la direzione di Dieter Kosslich, mostrano un equilibrio fra nomi e volti noti, e meno noti: ci sono Wim Wenders, con “Pina”, omaggio in 3d alla coreografa tedesca Pina Bausch, Ralph Fiennes, al suo esordio dietro la macchina da presa con “Coriolanus”, e Miranda Julie con “The Future”.
In più di un caso sono i nomi degli attori a calamitare l’attenzione sui film: Liam Neeson e Bruno Ganz con “Unknown” di Jaume Collet-Serra, Moritz Bleibtreu con “Mein bester Feind” di Wolfgang Murnberger, Fabrice Lucchini e Carmen Maura con “Les femmes du 6ème étage” di Philippe Le Guay; Kevin Spacey, Jeremy Irons e Demi Moore, interpreti di “Margin Call”, di JC Chandor.
Quest’ultimo è una delle opere prime in concorso, assieme a “Almanya – Willkommen in Deutschland” di Yasemin Samdereli e “El premio” di Paula Markovitch .
E gli italiani?
Fuori dalla competizione ufficiale (la “sfioriamo”con “The Forgiveness Of Blood” di Joshua Marston, co-prodotto da Fandango), la nostra presenza si manifesta sostanzialmente in due titoli: “˜Qualunquemente’ di Giulio Manfredonia nella sezione Panorama, e “˜Gianni e le Donne’, di Gianni Di Gregorio, nella Sezione Berlinale Special. Campione d’incassi nelle sale italiane, “Qualunquemente” porta sul grande schermo il personaggio creato da Antonio Albanese “Cetto La Qualunque”: imprenditore – politicante calabrese corrotto, arrogante e ignorante, che disprezza le donne e la natura, la legalità e la democrazia. Ritratto cupo e grottesco dei vizi dell’italiano d’oggi, il film è prodotto da Fandango di Domenico Procacci in collaborazione con Rai Cinema, e distribuito da 01 Distribution.
Targato Rai Cinema “” per la produzione di Angelo Barbagallo – è anche “Gianni e le donne”, opera seconda di Gianni De Gregorio, dopo il felice esordio con “Pranzo di Ferragosto”.
Fine conoscitore della terza età , Di Gregorio mette in scena i turbamenti erotici di un sessantenne baby pensionato.
Ad un grande vecchio italiano recentemente scomparso, Mario Monicelli, Berlinale Special dedica un omaggio, proiettando “Il Marchese del grillo”, vincitore dell’Orso d’Argento nel 1982.
In questa sezione anche “The King’s Speech” di Tom Hooper con Colin Firth e il film di Julie Gavras (figlia di Costa) “Late Bloomers France”, interpretato da Isabella Rossellini, che è anche presidente della giuria internazionale.
Tornando a Panorama, dove si ritrovano le produzioni più giovani e indipendenti, anche quest’anno la selezione si rivela un ottimo sensore del mondo che cambia: l’interminabile conflitto israelo-palestinese in “Lo Roim Alaich”, l’emarginazione dei giovani arabi nella società francese in “Dernier étage gauche gauche” di Angelo Cianci, i profughi afgani raccontati da “Man at Sea” di Constantine Giannaris, le conseguenze del colonialismoritratte dalla spagnola Icàar Bollaàn in “También la lluvia”, interpretato da Gael Garcàa Bernal.
In Panorama anche “Life in a Day”, prodotto da Ridley e Tony Scott, dove Kevin MacDonald esplora le potenzialità narrative dei social media. Fra i film più innovativi dal punto di vista dello stile narrativo, anche “Medianeras” dell’argentino Gustavo Taretto, “OFFBEAT”, opera prima di Jan Gassmann e tre film sull’India: “7 Khoon Maaf” di Vishal Bhardwaj,”Gandu” opera prima del giovane Q, e “The Bengali Detective” di Phil Cox
IL MERCATO/ L’EFM CRESCE CON IL FESTIVAL
L’Italia rispunta a Berlino nel CoProduction Market, con “La strada per casa” di Bruno Oliviero e all’interno del Talent Project Market con “Il Sud è niente” di Fabio Mollo.
Oltre ai consueti meetings fra registi e produttori, quest’anno il Co-Production Market ospiterà per la prima volta il “Company Matching”: qui gli incontri non avranno come oggetto un singolo progetto, ma piuttosto la ricerca di una convergenza di interessi fra le diverse società . Il coproduction market è uno dei “satelliti” (assieme a Straight from Sundance, Meet the Docs, Breakfast&Books) dell’European Film Market.
Il mercato Berlinese, diretto da Beki Probst, avrà luogo dal 10 al 18 febbraio all’interno del Martin-Gropius-Bau (mentre il Coproduction Market è ospitato nell’edificio di fronte, la Berlin House of Representatives) e all’Hotel Marriott.
Sono 6500 i professionisti registrati al mercato, fra cui circa 1300 buyers.
Gli screenings, prevalentemente anteprime di mercato, saranno più di 1000, e si svolgeranno in 33 sale.
Una quota consistente di questi film si ritrovano anche nelle sezioni del festival. Sono significative a questo proposito le parole di Wieland Speck, direttore di Panorama, sezione che è cresciuta parallelamente al mercato, e si è sviluppata negli stessi anni.
Speck ha detto :”Continuo a confrontarmi e a discutere con Becki Probst per ogni titolo di Panorama; vogliamo essere sicuri che i nostri film abbiano il miglior posizionamento nel mercato”.
INCROCI/CARLIN PETRINI A CULINARY CINEMA
Un po’ d’Italia “” e qui sarebbe stato difficile non esserci – è presente in Culinary Cinema, la sezione del festival dedicata ai rapporti fra cibo, cinema e ambiente (dal 13 al 18 febbraio al Martin Gropius Bau), con “Le Quattro Volte” di Michelangelo Frammartino e con la presentazione del libro di Carlo Petrini, patron di Slow Food, “Terra Madre”, la cui introduzione è firmata da Dieter Kosslich.