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direttore Paolo Di Maira

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60° BERLINALE/Orso d’Oro a Miele

Erano 1600 gli invitati che hanno seguito trepidanti l’annunicio dei vincitori della sessantesima Berlinale: l’Orso d’Oro è andato a “Bal” (“Honey”), del regista turco Semih Kaplanoglu, mentre quello d’Argento/Premio della Giuria se lo è aggiudicato “Eu cà¢nd vreau sa fluier, fluier” (“If I want to whistel I whistle”), l’opera prima prima di Florin Serban, che ha ricevuto anche l’Alfred Bauer Prize, premio intitolato al fondatore del Festival, concesso a opere particolarmente innovative. Il “grande assente” Roman Polanski ha vinto l’Orso d’Argento per la migliore regia con “The Ghost Writer”, il film giapponese “Caterpiller” ha coinquistato invece il premio per la migliore attrice, che è andato a Shinobu Terajima, mentre l’Orso d’Argento al miglior attore se lo spartiranno (ex aequo) i due protagonisti di “Kak ya provel etim letom” (“How I Ended This Summer”), Grigori Dobrygin e Sergei Puskepalis. Il film russo, diretto da Pavel Kostomarov ha conquistato anche l’Orso d’Argento per lo Straordinario Contributo Artistico (categoria: macchina da presa). La migliore sceneggiatura è quella di “Tu an yuan” (“Apart Together”), film d’apertura della Berlinale, scritto e diretto dal regista cinese Wang Quanan.

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